Covid, in Italia si inverte la curva ma ricoveri ancora in calo

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Mentre l’Italia cambia le regole sull’uso delle mascherine, L’effetto delle nuove sottovarianti di Omicron si fa sentire: si inverte infatti la curva dei contagi Covid, che segna un +32,1% in sette giorni. In salita anche i decessi (+6,1%). Ma la buona notizia è che restano in (lieve) calo i ricoveri ordinari (-3,3%), mentre scendono in modo più netto le terapie intensive (-16,4%).

Una situazione decisamente fluida quella che emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe, che si abbina (appunto) alle nuove regole sulle mascherine. Ebbene, secondo gli esperti guidati da Nino Cartabellotta tutto sommato è prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso (al momento è prorogato solo nelle strutture sanitarie, nelle Rsa e nel trasporto pubblico, fatta eccezione per quello aereo).

Il monitoraggio rileva nella settimana 8-14 giugno, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (160.751 contro 121.726) e decessi (416 contro  392). In calo i casi attualmente positivi (603.882 vs 628.977), le persone in isolamento domiciliare (599.500 vs 624.416), i ricoveri con sintomi (4.199 vs 4.342) e le terapie intensive (183 vs 219). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

Decessi: 416 (+6,1%), di cui 61 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -36 (-16,4%)
Ricoverati con sintomi: -143 (-3,3%)
Isolamento domiciliare: -24.916 (-4%)
Nuovi casi: 160.751 (+32,1%)
Casi attualmente positivi: -25.095 (-4%)


Come leggere questi dati? “Si inverte la tendenza la curva dei nuovi casi settimanali (+32,1% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta – che si attestano intorno a 160 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora quota 23 mila casi giornalieri”. L’incremento percentuale dei nuovi casi si registra in tutte le Regioni ad eccezione della Calabria: dal +17,4% della Basilicata al +91,5% della Provincia Autonoma di Bolzano. Rispetto alla settimana precedente, in 8 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -1,3% di Asti al -36,3% di Reggio di Calabria); salgono da 22 a 99 le Province in cui si rileva un aumento (dal +1,3% di Trapani al +104,1% di Pordenone). Solo la Provincia di Cagliari registra un’incidenza superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti (532).

Quanto all’effetto delle sottovarianti, l’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention Control conferma che BA.4 e BA.5 hanno una maggiore trasmissibilità rispetto a BA.2 e una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. Ma “le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior severità di malattia rispetto a BA.1 e BA.2. Di conseguenza, l’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri dipende sia dall’entità nell’aumento dei casi, sia dai tassi di copertura vaccinale con tre dosi, o con quattro nelle persone vulnerabili”.

Intanto proprio sul fronte degli ospedali “prosegue il calo del numero dei posti letto occupati da pazienti Covid – come afferma Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione Gimbe – sia in terapia intensiva (-16,4%) che in area medica (-3,3%)”. In dettaglio, i posti letto occupati al 7 giugno sono 183 in area critica e 4.199 in area medica. Al 14 giugno il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 6,5% in area medica (dal 3% del Veneto al 16,1% della Calabria) e del 2% in area critica (dallo 0% dell’Umbria al 7,7% della Valle D’Aosta). Insomma, al momento questa nuova ‘ondina’ estiva di contagi non sembra ancora avere riflessi sulle strutture sanitarie.

Ma se a livello di popolazione la preoccupazione ‘da Covid’ sembra essere scemata, come dobbiamo leggere quello che sta accadendo? “L’inversione di tendenza dei nuovi casi settimanali conferma la netta ripresa della circolazione virale in tutto il Paese, verosimilmente dovuta alla diffusione della sotto-variante Omicron BA.5. Se da un lato questo aumento dei casi non sembra, al momento, configurare l’inizio di una nuova ondata, dall’altro il contesto epidemiologico invita alla cautela per varie ragioni”, sottolinea Cartabellotta.

Abbiamo infatti “oltre 600 mila positivi, largamente sottostimati, incertezze sulla prevalenza della variante BA.5 nel nostro Paese e sul reale impatto nell’aumento dei casi nelle prossime settimane, basso numero di anziani e fragili coperti con la quarta dose”. L’obbligo di vaccinazione per gli over 50 è scaduto, e anche fra gli anziani e i fragili sembra prevalere un atteggiamento attendista rispetto agli ulteriori booster.

Allora, “indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, è prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati – dice il presidente Gimbe – Dal canto loro le Istituzioni devono aumentare la frequenza del sequenziamento virale e potenziare la campagna vaccinale, ormai in stallo, in tutte le persone a rischio di malattia grave. In particolare, aumentando l’adesione alla terza dose negli over 50 e alla quarta dose in tutte le persone vulnerabili incluse nella platea”.

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