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Incontinenza e presidi, una scelta che può cambiare la vita

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La realtà delle persone che soffrono di incontinenza e stomia è strettamente collegata ai presidi utilizzati. Questi pazienti potrebbero avere una vita di qualità, relazioni sociali appaganti, non trovarsi in situazioni imbarazzanti e non avere motivi di depressione, se solo potessero scegliere, senza condizioni, il proprio presidio per incontinenza e stomia, dall’intera gamma che offre il mercato, e non tra quello che è stato negoziato ed erogato da parte delle Istituzioni. Se il presidio non è personalizzato, la vita può essere tutta in salita. Insomma, ancora una volta i risparmi rischiano di tradursi in costi per i pazienti.

Lo sottolinea Fais, Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati, che lancia una campagna di sensibilizzazione dal titolo: “E tu … di che presidio sei?” in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione e cura dell’incontinenza.

Ma di che numeri parliamo? In Italia sono oltre 7 mln, dai 18 ai 70 anni, a soffrire di incontinenza urinaria o fecale. L’incontinenza rappresenta un problema socio-sanitario rilevante, per il quale è importante trovare risposte soddisfacenti sia in termini di efficacia, sia di rapporto costi/benefici, soprattutto in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione. Tra i diversi elementi da tenere sotto controllo, c’è anche quello della tenuta del Servizio sanitario nazionale. L‘insorgenza dell‘incontinenza urinaria, infatti, cresce all‘aumentare dell‘età: per i soggetti non ospedalizzati di età superiore ai sessant‘anni, infatti, la prevalenza dell‘incontinenza urinaria varia dal 15% al 35%.
L’incontinenza ha una prevalenza di oltre il 70% dopo gli 80 anni in entrambi i sessi, ma non risparmia nemmeno i più giovani. L’utilizzo dei presidi per l’incontinenza è per aggiudicazione di gara, spesso seguendo il criterio del prezzo più basso.

Nonostante questo criterio sia sceso dal 15,1% nel 2011 all’8,6% nel 2019, resta più diffuso che in Spagna (3,3%) e Francia (0,5%). Peggiore solo la Germania (35,7%). Ciò vuol dire che l’utilizzo dei presidi in Italia da parte delle persone è condizionato ad esiti di gara sulla base del criterio del minor costo, e non su quello della scelta per esigenze personali (età, peso, morfologia…).
Per sensibilizzare sul tema dell’importanza della libera scelta del presidio da parte di chi vive la condizione di incontinenza, Fais lancia una campagna di sensibilizzazione con la quale intende accendere l’attenzione su quanto questo oggetto faccia la differenza nella vita di una persona e chiedere ai decisori la possibilità di una scelta più libera, perché più ampia.

Il video della campagna sarà diffuso sui social e sul sito Fais, con cadenza settimanale.
Su questo, la campagna è quanto mai utile ed è la prima, sul tema specifico della libertà di scelta e dell’appropriatezza del presidio. “E’ necessario che le Istituzioni comprendano – spiega il presidente Fais Pier Raffaele Spena – che per noi non è un vezzo, né un capriccio chiedere di poter scegliere tra tutti i presidi in commercio, anche al di là di quelli previsti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Il presidio per incontinenti e stomizzati non è come un cerotto o una siringa, che possono andare bene per tutti e per qualunque fascia di età e condizione. I presidi sono prodotti che hanno a che fare con l’intimità della nostra vita. Sono i nostri compagni di viaggio e quindi si debbono adattare alle nostre diverse fasi: un dimagrimento, un acquisto di peso, un esito chirurgico nuovo, una condizione psicologica negativa. Debbono cambiare con noi. Quindi la gamma di prodotto da cui scegliere, necessariamente, non può essere limitata a quella prevista dal legislatore, ma deve comprendere l’universo dei presidi in commercio”.

Per noi ottenere una più ampia possibilità di scelta è una questione di vita, perché te la può cambiare in meglio. “Per questo chiediamo ai decisori istituzionali di rivedere le regole, anche grazie al contributo delle associazioni pazienti, in modo da riconoscerci il diritto di una scelta più ampia. Infatti, purtroppo, dalle segnalazioni del numero verde Fais emerge che il 50-60% delle chiamate è dovuto a eventi avversi/necessità di un presidio diverso da quello assegnato. Gli eventi avversi e le criticità generano infiammazioni o infezioni della cute e tutto ciò finisce inevitabilmente con il produrre costi a carico del Ssn. Se la principale preoccupazione del Sistema Sanitario è quella di risparmiare, farlo con le gare, è un’illusione di breve periodo. Le associazioni propongono una soluzione diversa che gioverebbe a tutte le parti in causa: rendere la scelta più ampia consentirebbe alle persone di utilizzare prodotti più appropriati che quindi non creerebbero criticità ed eventi avversi, i quali non dovrebbero essere sanati dall’intervento dell’Ssn, con l’aggravio di costi per la collettività”.

La scelta dei presidi, insomma, per Spena “non può essere per esito di gara, ma dovrebbe invece scaturire da un percorso di allineamento continuo tra operatore e paziente, che in questo modo avrebbe la possibilità di gestire in equilibrio ed autonomia l’evoluzione della propria condizione, avocando a sé il diritto alla propria individualità e particolarità. Con l’hasthag #E tu … di che presidio sei?, infatti, abbiamo voluto, anche in modo provocatorio, attirare l’attenzione su questo tema, mai davvero affrontato fino in fondo”.

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