Vaiolo delle scimmie, 6 mutazioni lo rendono più contagioso

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Il virus del vaiolo delle scimmie protagonista dell’epidemia che ha coinvolto diversi Paesi è mutato e contagia meglio quando si è a stretto contatto, avviene uno scambio di liquidi biologici e si hanno rapporti con molteplici partner. E’ quanto emerge da un nuovo studio firmato da Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, insieme a Domenico Benvenuto del Campus BioMedico, Serena Vita e Emanuele Nicastri dell’Irccs Spallanzani di Roma, Stefano Pascarella e Martina Bianchi della Sapienza di Roma, Roberto Cauda della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs e Antonio Cassone dell’Università di Siena. Lo studio verrà pubblicato su ‘eBioMedicine’.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito allo scoppio di un nuovo focolaio di vaiolo delle scimmie che si è diffuso piuttosto rapidamente nei Paesi occidentali, secondo gli standard di un virus a Dna a doppio filamento, ricordano gli autori. “Per identificare le potenziali cause di questo fenomeno abbiamo studiato i nuovi campioni di questo virus”, spiegano i ricercatori.

Il gruppo ha trovato e analizzato “6 nuove mutazioni avvenute durante l’epidemia di vaiolo delle scimmie del 2022″, come si legge nel lavoro, nel quale viene proposta una potenziale interpretazione dell’impatto di queste mutazioni sulla fitness virale, analizzando inoltre l’effetto delle alterazioni individuate sulla stabilità proteica. “Ebbene, secondo le nostre analisi proprio queste mutazioni sono all’origine di una maggiore contagiosità, in particolari occasioni, rispetto al ceppo originale africano“, spiega Ciccozzi a Fortune Italia.

In pratica, queste mutazioni rendono più semplice il contagio “quando si è a stretto contatto e avviene uno scambio di fluidi biologici in comunità chiuse con molteplici partner”, aggiunge Ciccozzi. Dunque secondo i ricercatori per ridurre il rischio di trasmissione del vaiolo delle scimmie è “fondamentale osservare comuni norme igieniche, dal lavaggio delle mani, all’uso del profilattico in caso di rapporti”. Non solo. “Il monitoraggio della possibile comparsa di nuove mutazioni sarà essenziale per prevenire futuri focolai potenzialmente pericolosi per la salute pubblica”, concludono gli autori.

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