Covid in Italia, casi in calo ma serve una strategia per l’inverno

estate Covid
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Per una volta le previsioni sono state rispettate: con la fine di luglio scendono ancor più nettamente i nuovi casi Covid (-25% in 7 giorni), e frena anche l’aumento di ricoveri (+1,4%) e terapie intensive (+5,1%). Certo, preoccupano crescita e numeri totali dei decessi: più di mille in sette giorni. Così nella terza estate Covid preoccupa quello che accadrà in inverno, mentre si discute ancora sulla riduzione dell’isolamento per Covid-19.

Ecco allora che serve una strategia da mettere in campo per frenare l’impatto dell’ondata invernale, che secondo gli esperti arriverà con il fresco dell’autunno. Ne sono convinti gli esperti di Fondazione Gimbe, che oggi presentano una proposta in 5 punti contro Covid-19. Ma vediamo i dati dell’ultimo monitoraggio prima della pausa estiva. Nella settimana 20-26 luglio in Italia c’è stato un netto calo dei nuovi casi Covid (473.820 contro 631.693) ma aumentano ancora i decessi (1.019). Sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,17 milioni di guariti protetti solo temporaneamente.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 1.019 (+23,8%), di cui 75 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +21 (+5,1%)
Ricoverati con sintomi: +149 (+1,4%)
Isolamento domiciliare: -57.678 (-4%)
Nuovi casi: 473.820 (-25%)
Casi attualmente positivi: -57.508 (-4%)

“Per la seconda settimana consecutiva – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-25% rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 20-26 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 473 mila, con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 68 mila casi al giorno”.

In questo quadro restano alte le reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità la loro incidenza nella settimana 13-20 luglio si è attestata al 12% – ben 75.060 reinfezioni – ancorain leggero aumento rispetto alla settimana precedente (11,7%).

Sul fronte degli ospedali, per Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, i dati sono chiari: “Frena l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+1,4%) che in terapia intensiva (+5,1%)”. Al 24 luglio, ultimo aggiornamento disponibile sul sito Agenas, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 17% in area medica (dal 9,2% del Piemonte al 42,4% dell’Umbria) e del 4,4% in area critica (dallo 0% di Molise e Valle D’Aosta all’8,5% della Calabria. “In lieve riduzione gli ingressi Covid in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 44 ingressi al giorno,  rispetto ai 49 della settimana precedente”.

Come sarà la terza estate Covid in Italia? “Mentre la discesa dei nuovi casi prosegue sostenuta – conclude Cartabellotta – i ricoveri in area medica e in terapia intensiva non hanno ancora raggiunto il picco e, soprattutto, i decessi continuano ad aumentare, documentando, indirettamente, che il numero reale di casi è molto più elevato di quelli noti alle statistiche ufficiali. Se da un lato è difficile prevedere gli scenari futuri, dall’altro è possibile definire alcune ragionevoli certezze”.

Con l’arrivo della stagione autunno-inverno “assisteremo verosimilmente a un nuovo aumento della circolazione virale che, in assenza di investimenti sui sistemi di aerazione e ventilazione nei locali al chiuso, potrà essere ridotta solo attraverso l’utilizzo di mascherine FFP2 – dice Cartabellotta – In secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa e va aumentando man mano che ci si allontana dalla data di somministrazione della terza dose: al 27 luglio, prendendo in considerazione over 60 e fragili, si contano 896 mila non vaccinati, 1,94 milioni senza la terza dose, 14,4 milioni senza quarta dose; ancora, i trattamenti antivirali rimangono sotto-utilizzati rispetto alle indicazioni. Ecco perché è indispensabile predisporre adesso il piano per l’autunno-inverno, perché la strumentalizzazione elettorale della gestione pandemica può compromettere la salute delle persone più fragili”.

Ma in cosa consiste questo piano? “L’Oms Europa propone di puntare su 5 “stabilizzatori” della pandemia: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave”, dice Cartabellotta.

Niente che non abbiamo già visto, in effetti. Chissà se dopo la ‘pausa estiva’ saremo, finalmente, pronti ad affrontare la convivenza con questo virus che ormai abbiamo imparato a conoscere bene.

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