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Alla vigilia del nuovo anno scolastico, cambiano le regole anti-Covid. Addio mascherine e addio Dad. La sesta risposta alle domande frequenti (Faq 6) sulla circolare del ministero dell’Istruzione riferisce, candidamente, che la “modalità della didattica digitale integrata… cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022 “.

Una tale scelta è assolutamente immotivata, ingiustificabile e dannosa per gli alunni. Innanzitutto, finché ci saranno alunni tenuti a casa perché positivi, non si può dire, come recita la circolare, che “il contesto scolastico legato al virus Sars-CoV-2 sia esaurito”. Ma soprattutto la didattica a distanza esiste da 40 anni ed è stato uno dei grandi risultati ottenuti per la salute di bambini e adolescenti.

Proprio agli inizi degli anni Novanta del Novecento, nacque quella che fu definita “la scuola in ospedale”: accanto alla presenza di insegnanti all’interno dei nosocomi prevedeva proprio per i bambini ricoverati, soprattutto per il lungodegenti, di collegarsi direttamente dal reparto ospedaliero alla propria scuola di appartenenza anche se molto lontana. Allora i mezzi di collegamento erano assolutamente rudimentali e fu necessario un intervento specifico e meritorio effettuato dalla Telecom, che istituì un servizio che si chiamò “Telecom per il Sociale”.

I risultati erano evidenti: il bambino poteva mantenere un contatto con la propria classe, con i propri insegnanti e compagni di scuola, oltre che poter garantirsi una continuità didattica.

Oggi che basta un Pc e un collegamento internet per poter far partecipare da remoto alla didattica e alla vita di classe non si capisce perché si liquidi questa opportunità in due righe scritte in perfetto burocratese.

L’attuazione è semplice e a costo zero. Vale la stessa impostazione adottata 40 anni fa per la didattica in ospedale. Non è mai stato richiesto al bambino di seguire le lezioni quando le condizioni cliniche non lo potevano permettere, ma la Dad diviene una risorsa importante nel caso del bambino asintomatico, allontanato da scuola perché positivo. La connessione con la sua classe, potere partecipare anche se da remoto alla vita quotidiana è un modo per favorire la resilienza, oltre che fornire un vantaggio anche per il rendimento scolastico e la formazione.

Non dobbiamo disperdere l’esperienza acquisita dall’emergenza legata alla pandemia e dobbiamo anzi utilizzare le acquisizioni e le innovazioni messe in atto per necessità come elemento di progresso e promozione umana.

Per questo motivo la didattica a distanza deve essere una delle opportunità da mantenere in modo permanente: permette di ampliare l’offerta formativa e didattica della scuola a vantaggio dei bambini e degli adolescenti, della loro crescita e formazione.

*Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche United Campus of Malta

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