Covid, nuovo test Roche analizza la risposta immunitaria

Roche Diagnotics
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Uno dei grandi rebus di Covid-19 riguarda la durata della protezione ottenuta attraverso il vaccino o la guarigione. Proprio per aiutare i medici a comprendere meglio la situazione immunitaria di alcuni gruppi particolarmente fragili arriva sul mercato italiano un nuovo test.

Si tratta di Elecsys® IGRA Sars-CoV-2: frutto della ricerca Roche Diagnostics Spa, è studiato proprio per supportare una migliore comprensione della risposta immunitaria all’infezione e alla vaccinazione. Uno strumento aggiuntivo, spiegano dalla casa farmaceutica, per prendere decisioni più informate in merito a cure, misure sanitarie e opzioni di trattamento, che risultano particolarmente importanti per i gruppi di pazienti a rischio.

Il tutto analizzando i linfociti T e B. Mentre i linfociti B producono anticorpi che possono potenzialmente neutralizzare i virus, i linfociti T possono colpire le cellule infette per prevenire un’ulteriore replicazione e diffusione virale. Nelle persone con un sistema immunitario normalmente funzionante, l’infezione da Sars-CoV-2, così come la vaccinazione anti-Covid, inducono risposte sia dei linfociti T che B.

Sebbene il test degli anticorpi sia stato adottato per misurare l’immunità umorale (ossia l’immunità mediata da molecole circolanti come gli anticorpi che riconoscono gli antigeni), vi sono prove crescenti che la misurazione della risposta complementare dei linfociti T possa svolgere un ruolo importante nel determinare il livello di protezione complessiva raggiunto, aggiunge Roche.

Il nuovo esame aiuta a identificare i soggetti con una risposta adattativa dei linfociti T al Sars-CoV-2, che è indicativa dell’esposizione passata al virus o dell’avvenuta vaccinazione.

“Il test può fornire una comprensione più profonda della risposta immunitaria”, ha commentato Thomas Schinecker, Ceo di Roche Diagnostics. “Questo a sua volta può aiutare a identificare coloro che sono a maggior rischio di progressione verso una forma grave durante un’infezione esistente o futura. Ciò è particolarmente importante per i gruppi di pazienti immunocompromessi e ad alto rischio e che rappresentano fino al 20% della popolazione presa in considerazione. I risultati del test possono supportare gli operatori sanitari fornendo loro una guida all’assistenza clinica a lungo termine come ad esempio in caso di decisioni relative al trattamento più appropriato”.

Ma come funziona? L’esame combina la stimolazione in vitro dei linfociti T a un test immunologico automatizzato eseguito in elettrochemiluminescenza per l’interferone gamma, per rilevare qualitativamente la risposta immunitaria mediata dai linfociti T a Sars-CoV-2 nel sangue intero umano.

Il test funziona indipendentemente dalle varianti virali e dalla variabilità della popolazione, assicurano dall’azienda.

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