Il Darwinismo sociale e l’eugenetica nazista fuori dalla scienza

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L’esperimento politico simbolo dell’applicazione della teoria del darwinismo sociale è il nazismo, che concretizza tragicamente la selezione naturale su scala umana. Le teorie darwiniane sull’adattamento vengono applicate, travisandole, per rappresentare il tassello fondamentale dell’associazione tra ‘idoneo, adatto a sopravvivere’ con ‘ migliore’ e dunque ‘superiore’ portando così alla realizzazione della legge del più forte che favorisce il sorgere di una gerarchia sociale in base alla quale creare una dottrina nazional popolare, basata sul rifiuto dei ‘deboli’, dei parassiti inadeguati alle funzioni sociali e che rappresentano un ‘carico’ per la nazione, che ‘contaminano’ la perfezione della ‘razza’, giustificandone l’emarginazione e nel caso del nazismo, l’eliminazione fisica.

Da Darwin a Spencer

Ma procediamo per ordine: secondo Darwin, l’evoluzione della specie è il risultato del caso e della necessità. L’ambiente ‘salva’ quelli ‘adatti’ ed elimina ‘gli altri’. In pratica, Darwin postulava l’evoluzione attraverso la ‘selezione naturale’, nel suo libro più famoso ‘L’origine della specie’, in cui dal punto di vista biologico e naturale indaga sui segreti della lotta per la sopravvivenza.

L’applicazione sociologica della teoria di Darwin, invece, la si deve al filosofo inglese Spencer, che trasferisce i principi dell’evoluzionismo darwiniano alla società umana, sostenendo che le classi abbienti avessero conquistato il benessere economico e politico grazie a caratteristiche superiori, maturate di generazione in generazione.

Ciò ha rappresentato per anni a venire il fondamento pseudoscientifico su cui si basava la pretesa nazista di dominare i popoli e l’arroganza delle classi sociali abbienti di prevaricare i ‘deboli’, i poveri, privandoli di diritti e dignità, eliminandoli perché inutili o addirittura nemici di evoluzione, progresso, ascesa sociale.

Da qui prende vita l’eugenetica, una pseudoscienza che promuove l’idea di sterilizzare gli individui appartenenti a classi sociali disagiate. Il travisamento delle leggi della genetica aveva incoraggiato lo sviluppo di idee discriminatorie e criminali. Spencer in particolare, propugnava fosse necessario lasciare libero corso alla ‘selezione naturale’ anche nella specie umana.

Con la finalità di voler ‘garantire’ un futuro migliore alle future generazioni, supponendo l’ereditarietà dei geni indesiderati, soggetti geneticamente non idonei, che avrebbero potuto trasmetterli ai propri figli. La portata di questa manipolazione di massa, è sfociata nei crimini dell’Olocausto.

Il mascheramento dei propositi umanitari a favore delle future generazioni metteva alla gogna, sfruttando le teorie scientifiche di Darwin, per porre le basi dell’eliminazione prima di disabili ed individui affetti da malattie genetiche gravi, poi degli omosessuali, degli ebrei, degli ‘inferiori’.

L’eugenetica individua criteri basati su ‘pregiudizi’ più che su ‘parametri scientifici’, giustificando pericolosamente  e pianificando terribilmente l’eliminazione di gruppi socialmente ‘inadatti’, non graditi, diversi, e più ancora dissidenti.

Tutto ciò senza un fondamento scientifico, mistificando, ‘adattando’ le teorie evoluzionistiche darwniane, piegandole come fece Spencer in maniera spregiudicata, criminale e manipolatoria.

I genetisti rifiutano queste teorie. Ciascun individuo ha una vita e una dignità e un ruolo nella società, non esistono individui inadatti, non ci sono pesi o carichi sociali da sostenere a spese di altri, si tratta di persone, esseri umani.

La storia insegna a rimanere vigili e attenti ai segni e ai simboli delle epoche più buie, al linguaggio utilizzato, alle tecniche i manipolazione di massa. La conoscenza tiene viva la memoria e costituisce il più importante presidio dell’umanità, certe convinzioni si radicano facilmente quando a vincere è la paura dell’altro, la non accettazione del diverso e l’istigazione anche mediatica a creare il ‘nemico’, quello che va eliminato perché necessario, che mina equilibri sociali, ruba il lavoro, consuma risorse altrimenti impiegabili a favore dell’autoctono, per il bene delle future generazioni, della nazione stessa.

Il darwinismo sociale va stigmatizzato, in favore del coraggio della solidarietà e dell’accoglienza, vere basi dell’evoluzione.

 

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