Influenza, come gestire la febbre alta

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Una febbre ‘da cavallo’ per giorni. Sembra una citazione cinematografica, ma in realtà – come sanno bene almeno 1.800.000 italiani contagiati finora – si tratta delle caratteristiche dell’influenza, tornata prepotentemente a farsi sentire dopo anni di pandemia. Con numeri che lasciano prevedere un picco anticipato a Natale. E tutto il corredo di dolori alle ossa, cefalea e inappetenza.

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Ma come gestire questo malanno di stagione senza incappare nei rischi del ‘fai da te’ con i medicinali? Fortune Italia lo ha chiesto a Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e direttore scientifico di Osservatorio Influenza.

“Complice il virus A/H3N2 la stagione quest’anno è iniziata anche velocemente, e l’influenza sta correndo. Come sovente accade, sono i bimbi più piccoli che fanno da ‘untori’. E spesso si tratta di bambini che non hanno mai incontrato prima l’influenza”, di fatto ‘scomparsa’ negli anni di Covid-19. Secondo gli ultimi dati Influnet, tra i bambini sotto i cinque anni abbiamo già ben 29,6 casi per mille assistiti.

“Fra i più piccini il virus sta circolando alla grande. Sono loro, poi, a contagiare i familiari. Quindi avremo una stagione intensa e piuttosto ampia. Quanto al picco, molto probabilmente sarà a Natale. Ma a preoccuparci è il mix con Covid-19, probabilmente sottostimato per via dei tamponi ‘fai da te’, ma che inizia a farsi sentire sugli ospedali”, aggiunge il virologo. Mentre a girare è anche il virus respiratorio sinciziale, “anche se non a livelli paragonabili con quelli dell’anno passato”.

La co-circolazione nelle fasi più intense potrebbe creare problemi alle strutture sanitarie, in particolare ai pronto soccorso (ricordiamo tutti i caos pre-pandemia).

Ma come gestire questa febbre a 39-40 gradi che dura per giorni? “Intanto non bisogna correre a prendere l’antibiotico. E’ un errore: si tratta di un’infezione virale e dunque va trattata con antinfiammatori e antipiretici, l’automedicazione responsabile per attenuare i sintomi è importante. Dopodichè, considerata la co-circolazione, è importante eseguire un tampone per una diagnosi differenziale. In caso di influenza occorrono riposo, idratazione e atteggiamento responsabile: dovremmo fare come i giapponesi, che quando avevano sintomi ricorrevano alla mascherina. Sdoganiamo l’uso della mascherina, e non andiamo al lavoro ‘eroicamente’ al mattino dopo esserci imbottiti di antipiretici”. Il rischio infatti è quello di contagiare gli altri.

Ma quando dobbiamo preoccuparci se la febbre non scende? “Dopo 3-4 giorni – risponde il virologo – se la temperatura resta sempre altissima, oppure se dopo una iniziale discesa torna a salire: potrebbe esserci una sovrapposizione batterica. In questi casi è opportuno consultare il medico per un’eventuale modifica della terapia”. Niente fai da te con gli antibiotici, raccomanda Pregliasco ricordando che la campagna vaccinale contro l’influenza è in corso: “E’ consigliabile la vaccinazione dei soggetti a rischio”.

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