Sanità, il declino del Ssn e il giudizio degli italiani

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Continuano a moltiplicarsi gli allarmi sulla tenuta della sanità pubblica. Oltre a professionisti e analisti, lo sostengono gli stessi italiani, alle prese con difficoltà pratiche come le lunghe attese per prenotare visite ed esami.

Se la maggioranza degli italiani ha ancora fiducia nella sanità pubblica, uno su tre pensa che negli ultimi 5 anni sia peggiorata. Secondo il 76% i tempi di attesa si sono allungati, due su tre lamentano la carenza di medici e infermieri. A indagare sul rapporto tra connazionali e sanità pubblica (ma anche privata), questa volta è una ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, che insieme a Nomisma ha interrogato un campione di 1.200 persone.

Un baluardo che ‘barcolla’

Il 57% degli italiani dice di avere fiducia nel Servizio sanitario nazionale, e il 43% è d’accordo nel definirlo ancora uno dei migliori al mondo. In molti, però, non esitano a denunciarne l’attuale situazione di crisi, probabilmente aggravata dall’impatto della pandemia.

Così, dopo anni di Covid, un italiano su tre (34%) ritiene che il Ssn sia peggiorato rispetto a 5 anni fa; bassa la percentuale di chi lo trova migliorato (13%), mentre il 52% non ha notato un cambiamento né in positivo né in negativo. La valutazione della sanità privata è più stabile: in questo caso l’opinione di quasi tre italiani su quattro (72%) è rimasta invariata, con una quota leggermente maggiore che la giudica migliorata (17%) rispetto a peggiorata (11%).

Attese da incubo

Il principale motivo di insoddisfazione, per quanto riguarda la sanità pubblica, sono i tempi di attesa: secondo il 76% si sono allungati, con un 40% che parla addirittura di un “forte aumento”. Il 59% degli intervistati lamenta inoltre un aumento dei costi, e ben due su tre (66%) ritengono insufficiente il numero di medici e infermieri in servizio. Anche nel settore privato, comunque, c’è chi riscontra un allungamento dei tempi (38%), oltre a una crescita dei costi più evidente rispetto al servizio pubblico (72% ha percepito un aumento).

Soddisfazione per le cure

Ma in base a quale criterio gli italiani scelgono di rivolgersi alla sanità pubblica o a quella privata? In realtà non ci sono sorprese: chi nell’ultimo anno ha effettuato visite o esami in strutture pubbliche, dice di averlo fatto principalmente per il costo ridotto della prestazione (56%), mentre chi si è rivolto a strutture private dà come motivazione soprattutto i tempi di attesa inferiori (72%).

Nel complesso, il livello di soddisfazione è più alto per i servizi sanitari privati rispetto a quelli pubblici: nel primo caso si dice soddisfatto delle cure ricevute il 72% degli intervistati, nel secondo solo il 56%.

Un rapporto in crisi?

Questo non vuol dire che gli italiani non credano più nella sanità pubblica, anzi: se la maggioranza (57%) dichiara di avere fiducia nel Ssn, quasi la metà (43%) lo ritiene ancora tra i migliori al mondo.

Ma, evidentemente, occorre intervenire. E un aiuto, secondo i pazienti, potrebbe arrivare dalla tecnologia. Per ovviare alle lacune evidenziate, il campione concorda infatti soprattutto su una maggior integrazione tra sanità pubblica e privata (59% è d’accordo) e su un più ampio ricorso a soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza (55%).

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