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Salute, quando troppo lavoro fa male

lavoro mal di schiena
Gilead

Il troppo ‘stroppia’, come recita un celebre proverbio. Quando poi parliamo di lavoro, a risentirne sarebbe la salute. Ma davvero lavorare troppo fa male? E quali sono i pericoli a cui andiamo incontro? A rispondere sono i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

Ebbene, per una volta il detto è confermato dalla scienza: lavorando troppo (o male), infatti, rischiano soprattutto ossa e muscoli, ma anche sistema nervoso e orecchio, come vedremo fra poco. Sotto accusa, fra l’altro, l’uso prolungato di pc e mouse e la mancanza di pause. Con costi importanti, anche dal punto di vista economico. 

Qualche numero

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel 2022 sono state 60.774, in aumento di 5.486 casi (+9,9) rispetto al 2021. Sono aumentate quasi del 20% le denunce nelle isole (+18,4%) e più o meno del 10% nelle regioni centrali del Paese (+10,3%), nel nord-ovest (+10,0%) e nel sud (+9,5%). Meno nel nord-est (+5,6%). Nel complesso, l’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 51.142 a 56.128 (+9,7%), sia quelle degli extracomunitari, da 2.861 a 3.145 (+9,9%), e dei comunitari, da 1.285 a 1.501 (+16,8%) [1].

Di cosa ci ammaliamo lavorando?

Lavorare fa male specialmente alle ossa e ai muscoli: al sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, spiega l’Inail. Ma tra i disturbi e le malattie legate all’occupazione hanno un posto di rilievo quelle del sistema nervoso e dell’orecchio. Nella classifica dell’Istituto nazionale, seguono i tumori e le malattie del sistema respiratorio.

Un problema frequente è l’intorpidimento causato da un nervo compresso nella zona del polso: ormai tutti conoscono la sindrome del tunnel carpale. È la causa principale delle lesioni alla mano e al polso causate dal computer. È un problema che capita più di frequente a chi lavora con strumenti che vibrano o se si compiono movimenti ripetitivi e che prevedono la torsione del polso per svolgere il proprio lavoro. Bisogna fare spesso delle pause. Il medico di medicina generale potrebbe suggerire di indossare un tutore o di cambiare la postura del braccio, se compatibile con il lavoro svolto. Lo stesso medico potrà dare altri consigli utili per proteggere anche altre parti del corpo spesso sollecitate durante il lavoro, per esempio la schiena.

La schiena nel mirino

Sollevare pesi nel modo corretto – piegandosi sulle ginocchia e cercando di incurvare il meno possibile la schiena – è una buona abitudine spesso trascurata, come anche cercare di fare qualche pausa per camminare ogni mezz’ora. Chi al lavoro passa molto tempo seduto, oltre al mal di schiena può soffrire anche di un ristagno di liquidi nelle gambe, nelle caviglie e nei piedi. Si può verificare così un “edema periferico”. Consultate il vostro medico, che potrebbe prescrivervi qualcosa di semplice come delle calze a compressione.

Tra l’altro nelle società occidentali, il “peso economico” delle assenze per mal di schiena è valutabile tra l’1 e il 2% del prodotto interno lordo. A livello individuale, possiamo avvertire che qualche chilo di troppo peggiora la situazione.

Se il nemico è il rumore

Milioni di lavoratori devono affrontare livelli di rumore dannosi, spiegano i dottori anti-bufale. Materiali come solventi o metalli potrebbero causare la perdita dell’udito. E non dobbiamo pensare soltanto a luoghi di lavoro “estremi”, perché spesso anche chi lavora in uffici relativamente tranquilli può ascoltare musica a livelli non sicuri attraverso cuffie o auricolari. C’è da tenere presente che il rumore elevato può anche causare stress e insoddisfazione sul lavoro.

Il burnout

Infine un monito: anche il “lavoro può esporre a situazioni di stress e a un carico emotivo talvolta insostenibile”. La professione di medico è un esempio chiaro, a questo riguardo, concludono gli stessi dottori anti-bufale.

 

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