Medici di famiglia, il nuovo emendamento e la dipendenza dal Ssn

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Medici di famiglia sotto i riflettori. Da tempo raccontiamo come in molte regioni i cittadini fatichino ormai a trovare un dottore di famiglia. Ebbene, alla fine della scorsa settimana è arrivata una norma che consentirà a una fetta di questi camici bianchi, secondo le stime più di 7.000, di ampliare il tetto di assistiti. Intanto però il ministero della Salute è al lavoro su quello che potrebbe definirsi un riordino generale del settore, anche alla luce delle novità previste dal Pnrr.

Ad anticiparlo è stato il quotidiano ‘La Stampa’. Ma di che si tratta? Sul piatto ci sono temi caldi per la professione: dalla nuova specializzazione universitaria in Medicina generale, alla dipendenza, per ora però solo per i giovani medici di famiglia. Una sorta di ‘rivoluzione’ che “presto vedrà la luce sotto forma di qualche decreto”. Ma andiamo per ordine.

Specializzazione e dipendenza

Quello della dipendenza è in realtà un tema caldissimo: i medici di famiglia hanno rimbalzato per anni al mittente ogni ipotesi di questo tipo. Però adesso le premesse sono cambiate.

Come molti sanno, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede, per rafforzare l’assistenza territoriale, il debutto delle Case della salute. Ma chi riempirà questi spazi? Molto probabilmente saranno i giovani medici di famiglia. Chi uscirà dal percorso formativo in medicina generale diventerà, infatti, dipendente del Ssn e lavorerà nelle Case della Comunità.

Medici di famiglia in via di estinzione, i numeri

Ai medici di famiglia già in servizio, invece, sarà data la possibilità di scegliere se passare alla dipendenza o rimanere in convenzione. Difficile che ci sia un esodo verso la dipendenza, ma in ogni caso resta fondamentale tamponare la carenza: l’ultimo rapporto Gimbe segnalava quasi 2.900 medici di famiglia in meno rispetto alle necessità. 

Il Piano del ministero prevede poi di affidare ai medici di continuità assistenziale (ex guardie mediche) il compito di effettuare le visite a domicilio. Infine la formazione: quella in Medicina generale diventerà una specializzazione universitaria (oggi dopo la laurea si seguono corsi triennali da 4.800 ore di formazione, sia teorica che pratica).

Più assistiti per i medici di famiglia

Abbiamo detto che oggi i medici di famiglia scarseggiano, specie in alcune aree del Paese. Ebbene, fino al 2026 i medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali potranno avere in carico fino a 1.000 assistiti (il limite per loro era di 650), secondo un emendamento della maggioranza al decreto “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale” approvato in Commissione Bilancio alla Camera. La norma riguarda i medici che oggi svolgono il doppio incarico di medico di famiglia e di continuità assistenziale.

Un intervento legislativo salutato con soddisfazione dalla Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), e che secondo le stime impatterà su migliaia di medici e circa 1.500.000 di cittadini.

Le reazioni

L’approvazione dell’emendamento “segna un passo in avanti importantissimo per la valorizzazione della professionalità dei medici di medicina generale, ma anche e soprattutto nella realizzazione di un’assistenza realmente capillare ed efficace per i cittadini”, ha affermato Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg. Convinto che “quello che ad un occhio poco attento potrebbe sembrare un semplice accorgimento tecnico, è invece un intervento legislativo che valorizza migliaia di professionisti (si stima più di 7.000 medici di medicina generale) e avrà un impatto positivo su milioni di cittadini”.

Soddisfatta anche Tommasa Maio, segretario nazionale Fimmg Continuità Assistenziale, che già in diverse occasioni aveva sottolineato l’importanza dell’emendamento (a firma Schifone, Paolo Emilio Russo, Gusmeroli).

“La norma riguarda un terzo di tutti i medici di Continuità Assistenziale che oggi svolgono il doppio incarico di medico di famiglia e di continuità assistenziale – ha precisato Maio – Medici che in un primo momento, per effetto dell’ACN si erano visti ridurre la possibilità di mantenere la piena copertura dell’attività oraria. In questo modo si garantirà a 1.500.000 cittadini in più l’assistenza di un medico di famiglia, salvaguardando allo stesso tempo la stabilità e l’efficacia dell’offerta oraria della guardia medica”. Aspettando l’arrivo di ‘forze nuove’ e il debutto delle Case della salute.

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