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Trapianto di cuore ‘revitalizzato’ dopo la morte, il primo caso a Torino

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Un incredibile passo avanti nella medicina dei trapianti. All’Ospedale Molinette di Torino, è stato eseguito il primo trapianto di cuore ‘revitalizzato’ dopo la morte del donatore. Si tratta di una tecnica innovativa chiamata ‘DCD’ (Donation after Circulatory Death), destinata a segnare una rivoluzione nel campo dei trapianti cardiaci.

Tutto è iniziato con il tragico caso di un giovane uomo colpito da un arresto cardiaco a metà luglio. Nonostante gli sforzi dei medici dell’Ospedale San Giovanni Bosco, dove era ricoverato, per stabilizzarlo e trattare la causa dell’arresto cardiaco, il cervello aveva subito danni irreversibili.

Le cure sono risultate futili e i sanitari hanno condiviso con i familiari la scelta di sospenderle. Il paziente però, aveva espresso in vita il desiderio di donare gli organi: così il cuore è stato prelevato, dopo l’arresto cardiaco indotto dalla sospensione delle terapie, e trasferito all’ospedale Molinette, dove da maggio il Centro Nazionale Trapianti, del dottor Massimo Cardillo, ha ufficializzato il nuovo programma di donazione DCD cuore.

La tecnica DCD

Il cuore dell’uomo, sotto la guida di Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia e del programma di trapianto di cuore e polmoni delle Molinette, è stato revitalizzato attraverso una circolazione extracorporea: una tecnica che mediante un circuito e una strumentazione con vari componenti, riesce a supportare la circolazione sanguigna e a sostituire le funzioni di pompa cardiaca e di ossigenazione polmonare durante una procedura chirurgica.

Gli organi hanno ripreso le loro funzioni vitali e questo incredibile risultato ha reso possibile il loro prelievo e successivamente il loro trapianto in pazienti in lista d’attesa. Il trapianto del cuore in particolare, eseguito dal professor Massimo Boffini e dal suo team, è stato “un successo straordinario”, come riferito da Boffini stesso. Con il cuore che ha ripreso a battere con forza nel nuovo torace dopo oltre sei ore.

Il cuore è stato trapiantato in un paziente ligure di 60 anni, che da tempo aspettava questa preziosa opportunità per sconfiggere una cardiomiopatia dilatativa terminale.

Il direttore generale della Città della Salute di Torino Giovanni La Valle, ha elogiato il risultato come un altro enorme traguardo, frutto di un impegno collettivo verso l’innovazione e l’eccellenza medica. “Un lavoro di squadra, grazie alla collaborazione tra due grandi ospedali della città che fanno rete con il territorio. Questa nuova tecnica DCD apre nuove strade per i trapianti di cuore“.

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