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Il tecnostress incombe? La soluzione: un trekking di digiuno digitale

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Anneghiamo ogni giorno in centinaia di email, rischiando costantemente di perdere i messaggi davvero importanti. Le chat di gruppo per lavoro, scuola, famiglia, amici invadono il telefonino di messaggi e notifiche a tutte le ore. E dopo la pandemia la moda delle riunioni via Zoom o Meet non è venuta meno. Così il rischio di tecnostress incombe sui lavoratori italiani.

Ma di che si tratta? Letteralmente è lo stress causato dall’uso prolungato o eccessivo di tecnologie e strumenti informatici. Il tecnostress, ormai lo sappiamo, minaccia la nostra salute. “Il fatto è che dopo Covid-19 la sua diffusione nella popolazione è triplicata, anche per via dello smartworking“, dice a Fortune Italia Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza onlus, fra i pionieri dello studio del tecnostress in Italia, che al tema ha dedicato un nuovo libro: ‘Digiuno digitale: come sopravvivere con poca tecnologia e rigenerare le forze con le energie sottili’ (autopubblicato su Amazon).

Il digiuno digitale

Il ragionamento di Di Frenna è semplice: “Se mangiamo troppo, sappiamo che danneggia la nostra salute in molti modi. Se consumiamo troppa tecnologia e informazione, anche di pessima qualità, diventiamo obesi digitali. La soliuzione non è fare a meno della tecnologia, sarebbe impossibile, ma concedersi dei momenti di digiuno”. Pause di disintossicazione benefiche che possono essere giornaliere, settimanali, ma anche prolungate. “Meglio se a contatto con la natura”.

Sembra impossibile, ma basta spegnere o dimenticare il telefonino per un po’, per riappropriarci di conversazioni, tempo, lettura, ma anche respirare e dormire meglio.

L’iniziativa

Proprio con questi obiettivi, Di Frenna ha organizzato per domenica 15 giugno il primo trekking di Digiuno Digitale in varie zone d’Italia e sulle alpi albanesi, intorno alla cittadina di Skutari. Sono previste escursioni spontanee di cittadini nei boschi dell’Emilia Romagna, della Toscana e del Lazio, ma anche una passeggiata tra i boschi albanesi condotta da Davide Malinarich di “North Albania Alp”, che ha aderito all’iniziativa insieme a un gruppo di italiani che vivono intorno alla cittadina di Skutari.

Dal 2007 Netdipendenza onlus promuove escursioni a contatto con la natura per prevenire videodiopendenza e tecnostress, che possono provocare insonnia, ansia, ipertensione, mal di testa cronico, attacchi di panico, disturbi al cuore, depressioni e alterazioni comportamentali.

Tra tecnostressati e internet dipendenza

Il tecnostress è considerata una nuova malattia professionale in seguito a una sentenza del tribunale di Torino emessa dall’ex giudice Raffaele Guariniello, mentre la internet dipendenza è una malattia psichiatrica inclusa nel DSM 5 (manuale mondiale delle malattie psichiatriche). La dipendenza dalla tecnologia digitale e il sovraccarico informativo cerebrale possono colpire i lavoratori moderni, i giovani e tutti coloro che usano in modo eccessivo gli apparecchi digitali connessi a internet.

Due anni di digiuno

Di Frenna conosce bene il tecnostress, anche per averlo sperimentato in prima persona. Nel 2013 ha iniziato un digiuno digitale dai social network durato due anni. Spesso attua brevi o lunghi periodi di sconnessione totale da ogni tipo di schermo digitale e per scelta da oltre 15 anni non guarda la televisione.

Ma visto che ormai non possiamo fare a meno delle tecnologie, il presidente di Netidipendenza onlus ha realizzato un sito – digiunodigitale.net – per raccogliere e pubblicare le testimonianze dei cittadini che desiderano praticare brevi o lunghi periodi di astinenza dalla tecnologia digitale, oltre ad informare sui rischi e le soluzioni. La piattaforma servirà per lo sviluppo del movimento DD Trekkers: i digiunatori digitali in escursione, per rigenerare il corpo e la mente a contatto con la natura, dopo stressanti periodi di utilizzo massiccio di tecnologie.

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