Il terzo trimestre 2023 delle esportazioni italiane fa sorridere solo il Sud. È qui infatti che l’export dell’Italia è cresciuto di più, sia rispetto al trimestre precedente sia considerando i primi nove mesi dell’anno. Se nel primo caso, secondi i dati Istat, la crescita del Mezzogiorno è di quasi l’8%, nel secondo il dato raddoppia sfiorando il 16%. Ed è merito di un solo settore: il pharma.
Export, i dati Istat
Ecco i dati principali presentati dall’Istat sulle esportazioni italiane nel terzo trimestre di quest’anno:
- Per il Sud aumenta la crescita congiunturale (fra trimestri) del +7,9%. Cresce timidamente il Nord-est (+1,7%) mentre calano Nord-ovest (-2,4%) e Centro (-3,9%).
- Su base annua l’export flette ovunque tranne che per il Mezzogiorno, nonostante le minori esportazioni delle Isole.
- Nel periodo gennaio-settembre 2023, la crescita su base annua dell’export nazionale in valore (+1,0%) varia molto in base al territorio: l’aumento delle esportazioni è elevato per il Sud (+15,9%), più contenuto per il Nord-ovest (+3,5%), modesto per il Nord-est (+0,2%), mentre si rileva una flessione per il Centro (-1,6%) e una più decisa contrazione per le Isole (-20,2%).
Il segreto della crescita dell’export Made in Sud? Il pharma
Nel primi nove mesi del 2023, per l’Istat la forte crescita per il Sud è diffusa a quasi tutte le regioni ed è trainata principalmente dalle maggiori vendite della Campania.
In particolare, dice l’istituto, sono cresciute le vendite di prodotti farmaceutici. Nella regione sono tante le aziende farmaceutiche che hanno deciso di produrre: c’è un gigante come Novartis e uno dei primi attori italiani del biopharma, la Kedrion storicamente legata ai Marcucci. Produce in Campania anche Pierrell, mentre fanno ricerca e sviluppo Ibsa farmaceutici e Dompé.
Il pharma risulta fondamentale, ma per motivi contrari, anche al Centro, dove l’export flette proprio per le minori esportazioni di prodotti farmaceutici di Marche e Lazio.
Parlare del pharma italiano significa parlare di esportazioni: il fatturato del settore ha raggiunto nel 2022 un valore di 49 mld di euro di cui oltre l’85% dovuti all’export.
Il Piemonte ringrazia gli autoveicoli
Tra gli altri dati, da sottolineare come la crescita per il Nord-ovest derivi soprattutto dalle maggiori vendite di autoveicoli del Piemonte.
Un dato rilevante anche a livello nazionale. Nei primi nove mesi dell’anno le regioni più dinamiche all’export sono Campania (+27,6%), Calabria (+20,9%), Molise (+18,3%), Abruzzo (+13,7%), Basilicata (+10,1%), Piemonte (+9,2%). Ma quest’ultima, da sola, contribuisce per 0,9 punti percentuali alla crescita annuale dell’export nazionale.
Si segnalano le dinamiche negative di Sardegna (-26,7%), Valle d’Aosta (-23,0%), Sicilia (-16,7%), Lazio (-11,9%) e Marche (-9,2%). La scarsa performance delle Isole sarebbe dovuta alla contrazione delle vendite di prodotti della raffinazione.
Export, gli altri dati
Nei primi nove mesi del 2023, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+1.058,5%), della Campania verso la Svizzera (+107,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+30,7%) e del Piemonte verso Francia (+19,5%), Germania (+18,0%) e Spagna (+21,2%).
Apporti negativi, invece, provengono dalla contrazione dell’export delle Marche verso Belgio (-59,7%), Stati Uniti (-52,3%) e Germania (-40,5%), della Toscana verso la Svizzera (-35,5%) e del Lazio verso Belgio (-28,6%) e Germania (-17,8%).
Nell’analisi provinciale dell’export, si segnalano le performance positive di Napoli, Torino, Milano, Siena, Livorno, Monza e della Brianza, Firenze, Bologna, Bergamo e Modena; i contributi negativi maggiori derivano da Siracusa, Cagliari, Ascoli Piceno, Latina, Brescia e Roma.