Test Medicina e numero chiuso, perchè i dottori sono contro lo stop

giovani medic test
Aboca banner articolo

Novità in arrivo per i ragazzi e le ragazze che sognano il ‘camice bianco’. Dopo anni di polemiche, cambia nel 2024 il test per l’accesso alla Facoltà di Medicina. La sessione di febbraio è stata rinviata (se ne riparlerà da marzo, stando ai rumor). E quest’anno i 50 quesiti di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e logica (a cui rispondere in 90 minuti) saranno elaborati dal Cisia a partire da una banca dati aperta: questo permetterà agli studenti di esercitarsi, un po’ come accade con l’esame per la patente. Ma non è tutto qui.

Verso la fine del numero chiuso?

Questo potrebbe essere davvero l’ultimo anno del test per l’accesso a Medicina. L’esecutivo è molto tentato, e non da oggi, dalla cosiddetta ‘soluzione alla francese’: un accesso senza barriere e poi una verifica decisiva dopo una prima parte del percorso. Chi è in regola è dentro, gli altri sono fuori.

Se l’abolizione in Italia del numero chiuso è ormai un tormentone, la carenza di medici ha rilanciato la questione: al Ssn servono operatori. Ma servono oggi. Stando all’Anaao Assomed sono 11.093 gli specialisti che si sono dimessi dal Ssn nel triennio 2019-2022. Ma allora perché i medici sono nettamente contrari all’addio al numero chiuso, come ha ribadito in questi giorni il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, in una lettera alla ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini? Fortune Italia lo ha chiesto a Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed.

Un test da cambiare

“Siamo convinti che vada cambiato il test di accesso a Medicina: vanno introdotti quesiti su cui i ragazzi possono prepararsi e che siano uguali per tutti. Questo per offrire ai giovani le stesse possibilità di studiare e prepararsi. Vanno modificate anche le domande, perché la cultura generale è importante ma conoscere Napoleone non mi renderà un bravo medico. Detto ciò, da qui al ‘tana libera tutti’ ce ne passa”, dice Di Silverio. E questo, aggiunge, per tre motivi.

Perchè serve il numero chiuso

“Il nostro sistema sanitario – ricorda il segretario Anaao – prevede che , per lavorare in ospedale, occorre una preparazione di tipo specialistico. Ora ogni tre anni occorre stabilire quanti specialisti e in quali discipline ci occorrono. In base a questa programmazione (ma ahimè nei decenni passati il tema dei pensionamenti e gli allarmi dei ‘camici bianchi’ sono stati ignorati, ndr), si stanziano i fondi per le specializzazioni. Aprire a tutti significa dover offrire a quanti si laureeranno, e il tasso è del 92%, altrettanti posti di specialità. Altrimenti che cosa fa chi resta fuori?”.

E ancora: “Come formiamo i 50mila aspiranti che entrerebbero a Medicina? Oggi la preparazione del medico prevede una parte teorica e una pratica, ma gli atenei semplicemente non sono in grado di accogliere tutti. Se l’idea è quella, come ho letto, di ricorrere alle Università telematiche con corsi attraverso ologrammi e web meeting, mi pare un suicidio formativo”. Anche in termini di qualità della preparazione.

C’è infine il tema della tempistica. “Occorrono 11 anni per formare un medico. I dati Anaao, ottenuti a partire da registri ufficiali, ci dicono che l’apice della gobba pensionistica si avrà nel 2025-26: in questi due anni andranno in pensione molti più medici rispetto alla media, dopodichè la situazione si stabilizzerà. Questo vuol dire che tra 11 anni non serviranno più tanti dottori come oggi. Ma noi in prospettiva quintuplichiamo i professionisti, creando una nuova pletora medica, magari di bassa qualità e con un lavoro a basso costo. Ecco perchè l’addio al numero chiuso non è una soluzione”, conclude Di Silverio, condividendo la richiesta di Anelli al ministro Bernini: “Incontriamoci e affrontiamo questo tema”.

Qualche numero

Ma qual è l’entità delle carenze di operatori? Stando ai dati di Fondazione Gimbe in Italia mancano quasi 2.900 
medici di famiglia, ed entro il 2025 ne perderemo oltre 3.400. Secondo la ‘fotografia’ di Anaao Assomed l’Italia sta facendo i conti una carenza di circa 20-25mila tra specialisti e medici di medicina generale. Numeri alimentati non solo dai pensionamenti: sono mille ogni anno, infatti, i medici italiani che richiedono i certificati per trasferirsi oltreconfine, come ha precisato nei mesi scorsi Filippo Anelli.

Tanti escono, ma quanti entrano? Nel 2021-2030 i nuovi iscritti a Medicina – se non cambieranno le regole – saranno circa 145mila, contro circa 125mila posti per la formazione specialistica.

Anelli (Fnomceo): “Ascoltateci!”

Il tema è complesso e occorre coinvolgere la professione medica nella riforma annunciata, sottolinea Anelli. Il presidente dei medici è convinto che sia tempo di modificare “i test attuali di ingresso alla facoltà”, nell’ottica di una maggior trasparenza che “valorizzi la preparazione degli studenti e l’orientamento alla formazione”. Ma pensa anche che occorra agire in modo mirato.

“Condividiamo l’idea di modificare il meccanismo dei test di accesso – ha precisato il presidente Fnomceo – e quella di attingere le domande da una banca dati pubblica, in maniera che i candidati possano prepararsi. Anzi, ci rendiamo sin da ora disponibili, come Fnomceo, per collaborare alla stesura dei quesiti. Siamo d’accordo anche sull’importanza di un percorso di orientamento e formazione”, a partire dalle scuole superiori.

Ma sull’abolizione del numero chiuso, si legge nella lettera alla ministra Bernini, “Fnomceo ritiene che sia imprescindibile mettere in atto una corretta programmazione sui fabbisogni di specialisti e medici di medicina generale”. Inoltre “attualmente non ci sono le strutture adeguate a sostenere il numero aperto”.

Insomma, si ribadisce il sì a un’apertura sostenibile che però “non può tradursi in un’abolizione del numero chiuso, prescindendo da una corretta programmazione dei fabbisogni di medici. Altrimenti – è il ragionamento di Anelli – si rischia di ricreare prima un imbuto formativo, con medici laureati che non riescono a specializzarsi, e poi una pletora di medici che non corrispondono alle reali necessità del Servizio sanitario nazionale”. Le carte dei dottori sono sul tavolo, non ci resta che stare a vedere.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.