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Bayer e l’effetto Monsanto, mega-risarcimento e tonfo in Borsa

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Una polpetta avvelenata col glifosato. C’è infatti l’acquisizione di Monsanto dietro il nuovo scivolone di Bayer alla Borsa di Francoforte: il colosso della chimica tedesco lunedì ha perso il 5,3%. E la discesa continua: oggi i titoli Bayer viaggiano a 30,6 euro, poco sopra il minimo degli ultimi mesi. In questo momento il titolo cala dello –0,5%.

In un anno le azioni Bayer hanno perso circa il 45% in Borsa.

La nuova frenata è legata alle notizie arrivate dagli Usa: l’azienda fondata a Wuppertal nel 1863 dovrà pagare 2,3 mld di dollari a John McKivison, un cliente Monsanto.

La Court of Common Pleas di Philadelphia ha infatti stabilito che il linfoma non-Hodgkins dell’uomo sia stato causato dal famigerato diserbante Roundup prodotto dall’azienda acquistata nel 2018 da Bayer (per 63 mld di dollari).

I precedenti

A novembre un tribunale del Missouri aveva condannato Monsanto a pagare oltre 1,56 miliardi di dollari a 4 cittadini americani che si sarebbero ammalati di tumore a causa del diserbante  contenente glifosato.

Nel 2020 Bayer aveva pagato 10 miliardi di dollari per chiudere 100mila cause sul Roundup al glifosato, il 95% del totale di quelle presentate Oltreoceano. Ma c’è chi non si è arreso. Il ‘caso glifosato’ rischia dunque di costare molto caro all’azienda dell’aspirina. Anche perchè si somma all’inatteso stop anticipato dello studio sull’anticoagulante sperimentale asundexian. Un trial di fase III interrotto improvvisamente a novembre 2023. Una doccia fredda per ricercatori (e azionisti).

Cos’è il glifosato

Ma cos’è il glifosato? Si tratta di un erbicida introdotto in agricoltura negli anni Settanta proprio dalla multinazionale Monsanto. Da allora ha avuto una grande diffusione per via della sua efficacia e della presunta minore tossicità rispetto agli analoghi prodotti che erano disponibili quando è stato messo in commercio. Ma alcuni anni fa, come ricorda l’Airc, uno studio di laboratorio sui ratti sembrò averne dimostrato la cancerogenicità. L’articolo (pubblicato nel 2012) è stato in seguito ritrattato per problemi di metodo e la Iarc di Lione ha in seguito classificato il glifosato nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni. Efsa, Oms e Fao hanno espresso giudizi più rassicuranti, ma hanno previsto comunque misure cautelative, fra cui il divieto di utilizzare il diserbante in aeree densamente popolate.

Lo scorso novembre, l’Ue aveva detto sì all’uso del pesticida nel Vecchio Continente per altri 10 anni, ma era mancata la maggioranza qualificata. Come segnala ‘Rinnovabili.it’, la palla è tornata in mano alla Commissione Ue, che aveva già dato parere favorevole. Ora però 6 ong europee – tra cui Pesticide Action Network e Client Earth – hanno contestato la decisione, presentando una richiesta di revisione interna alla Commissione. Il primo passo verso un contenzioso legale.

L’appello

Bayer non ci sta. In una dichiarazione l’azienda ha affermato di non essere d’accordo con il verdetto della giuria, “in conflitto con il peso schiacciante delle prove scientifiche e delle valutazioni scientifiche e normative a livello mondiale”. E di ritenere di avere “forti argomenti in appello per ottenere l’annullamento di questo verdetto e l’eliminazione del risarcimento”.

Licenziamenti in vista

Nei giorni scorsi Bayer ha annunciato una ristrutturazione della sua organizzazione che “andrà a scapito di molte funzioni manageriali”, come ha dichiarato Barbara Gansewend, presidente del comitato esecutivo del consiglio di vigilanza di Bayer. Il taglio, previsto a partire dai prossimi mesi, sarà “significativo”, e l’operazione si concluderà nel 2025.

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