Influenza, come sarà la prossima stagione

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Concluso il periodo di monitoraggio della stagione precedente, con un bilancio che attesta livelli di incidenza dell’influenza in linea con gli anni pre-pandemici, è tempo di cominciare a pensare a come potrà manifestarsi la prossima stagione 2022-2023.

Le prime informazioni arrivano dall’emisfero australe, dove i casi di influenza confermata in laboratorio rilevati dal sistema di sorveglianza sono in aumento dal mese di marzo, con un 90% di campioni esaminati che hanno rilevato la presenza del virus A. In Australia, nello specifico, sono stati notificati 87.989 casi di influenza confermata in laboratorio, e il trend è in ulteriore crescita (dati aggiornati al 5 giugno 2022 Department of Health | Australian Influenza Surveillance Report and Activity Updates).

Il sistema di sorveglianza delle malattie trasmissibili australiano (National Notifiable Diseases Surveillance System) raccoglie dati attraverso un network a cui afferiscono ospedali, case di cure, laboratori ed ambulatori di medicina generale. Queste evidenze hanno spinto le autorità sanitarie australiane a fornire vaccini antinfluenzali gratuiti in questa stagione a tutte le persone idonee, attuando una misura di prevenzione finalizzata al ridurre le infezioni, contribuendo ad alleviare la pressione sul sistema sanitario.

Anche in Argentina, nella quale dall’inizio della pandemia di Covid-19 l’attività del virus dell’influenza è rimasta bassa, dalla settimana 49 del 2021 è stato invece rilevato un aumento del numero di casi di influenza, principalmente Influenza A H3N2. Tra le settimane 1-6 dell’anno 2022, 166 casi di influenza sono stati registrati nel Sistema Nazionale di Sorveglianza Sanitaria.
Per tale ragione, il ministero della Salute ha emesso una allerta con l’obiettivo di rafforzare la sorveglianza epidemiologica, sensibilizzare in merito al sospetto clinico, attuare misure diagnostiche e terapeutiche in modo tempestivo e appropriato e diffondere tra la popolazione misure di prevenzione e controllo.

Cosa aspettarci quindi per questa nuova stagione influenzale nell’emisfero Nord? I dati dall’emisfero Sud, seppure relativi ad un arco di tempo limitato, dovrebbero essere presi in considerazione in vista della prossima stagione influenzale nell’emisfero nord.

Anche l’Italia, così come l’Australia, ha vissuto due anni consecutivi di attività influenzale molto bassa a causa delle misure di mitigazione dovute alla gestione della pandemia da Covid-19, in particolare attraverso l’adozione di dispositivi di protezione individuale e distanziamento sociale.

Ciò ha generato, di conseguenza, anche una riduzione dell’immunità naturale della popolazione, oggi potenzialmente meno responsiva all’infezione causata dal virus influenzale e quindi verosimilmente a maggior rischio.

Si presenta quindi una situazione epidemiologica molto simile, con un livello di attenzione particolare dovuto ad un sempre maggiore allentamento delle misure di protezione e distanziamento, che potrebbe condurre ad un concomitante aumento dei casi di influenza.

Inoltre, la sovrapposizione delle campagne di vaccinazione contro l’influenza e Covid-19 potrebbe nuovamente ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di copertura prefissati, in particolare nella popolazione per la quale è consigliata la quarta dose. Il ministero della Salute nella Circolare del 2 ottobre 2021 indicava che era possibile programmare la somministrazione dei due vaccini (anti-Sars-Co-V-2/Covid-19 e anti-influenza), nella medesima seduta vaccinale, incoraggiando la co-somministrazione.

I dati preliminari suggeriscono per ora che il livello di coperture raggiunto nella campagna appena conclusa è in forte calo, e si attesterà probabilmente intorni ai livelli di copertura precendenti la pandemia e, ancora distanti dall’obiettivo minimo del 75% dichiarato dal ministero.

Queste considerazioni forniscono il contesto in vista della prossima stagione influenzale. E, in particolare, invitano a riflettere sull’elevato impatto che l’influenza può rappresentare per la sanità pubblica, così come sulla necessità di garantire un approvvigionamento anticipato dei vaccini da somministrare e di organizzare la campagna vaccinale superando l’esitazione alla co-somministrazione dei vaccini influenzale e Covid-19.

*Fabrizio Pregliasco, professore associato Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano

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