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Ricostruzione: Pani, il mondo non cambierà, troppi interessi in gioco /Video

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“Il bene salute è un bene economico straordinario che ha valori che vanno ben oltre la semplice salute in quanto tale. Un mondo che non è in salute regredisce. Ma non sono sicurissimo che impareremo dopo che tutto questo sarà passato. Gli esseri umani tendono tragicamente ad adattarsi al punto di minore resistenza. Temo che ci siano troppi interessi, interessi troppo grandi, in gioco. Pensiamo che riusciremo veramente a sfuggire al corporate world che gestisce totalmente le nostre vite?”. Luca Pani, intervistato per il ciclo ‘Ricostruzione’ di Fortune Italia, è scettico su ciò che sarà nell’Era post Coronavirus.

 

 

Professore di psichiatria clinica dell’università di Miami, e ordinario di Farmacologia all’Università di Modena e Reggio Emilia, durante il suo mandato come direttore generale all’Aifa aveva provato a fare proprio quello che oggi è stato reso possibile solo dalla situazione d’emergenza. Aveva provato a sburocratizzare il sistema. Aveva provato a ricreare le condizioni che oggi hanno permesso all’Agenzia italiana del farmaco di valutare 140 domande di sperimentazione clinica in meno di 2 mesi. “Ho molto apprezzato il ruolo di guida di Aifa in questa emergenza. Senza il Cura Italia non ci sarebbe stato il Comitato Etico Unico allo Spallanzani. Quando arrivai come direttore generale di Aifa c’erano 298 Comitati Etici in Italia. Balduzzi percepiva la necessità di rivedere il Sistema, proposi di fare un unico comitato per tutta l’Italia che si riunisse dal lunedì al venerdì a Roma con 100 esperti, magari con sottocomitati”. Ma “quello che bloccava prima erano le cosiddette barbe finte, questa è la verità. L’Italia è un Paese molto conservatore che si oppone in tutti i modi alle trasformazioni e questo ha delle grandi conseguenze anche sulla nostra grande capacità di generare risorse economiche“.

 

Per quanto riguarda l’implementazione della Fase 2 in Italia, per Pani è fondamentale “testare, tracciare e isolare eventuali focolai. Se un Paese ha questa capacità può permettersi allentamenti del lockdown, altrimenti no. Però dovrebbe dirlo. Altrimenti si danno informazioni ‘false’ o ‘parziali’ e questo è molto grave per la salute psichica della popolazione perché non capiamo, non sappiamo come agire”.

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