Vaccini Pfizer col contagocce, ritardi per over 80

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Stop ai vaccini anti-Covid per gli ‘over 80’. Dopo un inizio incerto, la somministrazione dei sieri contro il coronavirus in Italia sembrava decollata. Ora una nuova frenata, che inciderà soprattutto sulle persone con più di 80 anni, le più a rischio a causa del virus. Mancano infatti all’appello oltre 50 mila dosi. E il rallentamento nelle consegne dei vaccini Pfizer-BioNTech continuerà per le prossime settimane. Risultato? Le regioni come il Lazio, che aveva iniziato in questi giorni a iniettare la prima dose agli ultraottantenni arrivando a quota 10.000 pazienti (su 120 mila dosi somministrate), fermano tutto e si concentrano sulle seconde dosi.

 

A spiegarlo ieri l’assessore del Lazio Alessio D’Amato. La sua regione ha subito infatti “una decurtazione del 30% delle dosi previste. I ritardi Pfizer impongono priorità nella somministrazione delle seconde dosi per completare la copertura vaccinale”. Così la Direzione generale Salute e Integrazione sociosanitaria ha comunicato ai vertici di Asl e ospedali del Lazio la necessità di rivedere la programmazione delle somministrazioni, sospendendo “dal 21 gennaio, fino a nuova comunicazione, la somministrazione di prime dosi di vaccino a qualunque categoria di popolazione, sottoponendo a richiamo esclusivamente i soggetti che hanno ricevuto la prima dose”. Agli ultraottantenni non resta che attendere pazientemente.

 

Intanto ieri Governo e regioni hanno raggiunto un accordo per dirottare le dosi in arrivo o già consegnate alla copertura del richiamo. Il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri ha fatto sapere che rimodulerà in modo equo le riduzioni tra le regioni con le prossime consegne. Ma il Governo non ci sta e ribadisce l’intenzione di chiamare Pfizer a rispondere dei ritardi.

 

“Attiveremo il contenzioso attraverso l’Avvocatura dello Stato’‘, ha sottolineato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia. “L’azienda – ha precisato Commissario straordinario – ci ha comunicato che anche nel corso della prossima settimana non solo non verranno consegnate in Italia le dosi che sono state unilateralmente e senza preavviso non consegnate in questa settimana, pari al 29%, ma ci sarà una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne. Di conseguenza si è discusso quali azioni intraprendere a tutela dei cittadini italiani e della loro salute in tutte le sedi, civili e penali, in cui ciò sarà possibile”.

 

Ma la via da intraprendere, come ci hanno riferito “fonti ben informate, appare assai stretta, sia per ragioni di tipo tecnico, che di merito. L’ipotesi più accreditata, allo stato, è quella di una causa per il risarcimento del danno. Ma sembra difficile che l’Italia possa avviarla autonomamente, si spiega, perché a stipulare i contratti di fornitura per i vaccini con Pfizer per conto degli Stati membri è stata la Commissione europea, che quindi dovrebbe essere la sola legittimata ad agire nei confronti dell’azienda americana. Un’eventuale azione dovrebbe quindi passare per la Commissione”.

 

Intanto il colosso farmaceutico Usa avrebbe garantito il recupero dei ritardi entro il 15 febbraio. A ridare ossigeno ala campagna vaccinale anche il nuovo lotto di vaccini Moderna atteso nei prossimi giorni, con 66mila dosi (anche se l’azienda ha incassato la sospensione d un lotto dei suoi vaccini in California a causa di un numero insolitamente elevato di reazioni allergiche). Ma anche il pronunciamento dell’Ema (Agenzia europea dei medicinali) atteso per il 29 gennaio sul vaccino AstraZeneca – peraltro già utilizzato in Gran Bretagna, dove il virus continua a correre – con milioni di dosi destinate all’Italia.

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