Novità interessanti dalla ricerca sui vaccini anti-Covid. Nonostante i dubbi iniziali di qualche esperto, il vaccino russo Sputnik V, somministrato in 2 dosi a 21 giorni di distanza, ha mostrato un’efficacia del 91,6% contro Covid-19. L’effetto protettivo si conferma negli anziani e il profilo di sicurezza è alto, con la maggior parte (94%) degli effetti avversi che si presenta in forma lieve. A certificarlo sono i risultati preliminari di uno studio di fase 3 pubblicato su ‘Lancet’.
L’analisi, che ha incluso dati su quasi 20mila partecipanti, fuga molti dei dubbi che hanno accompagnato il cammino del vaccino russo. Tra l’altro, i dati sugli over 60 (da una sottoanalisi su 2.144 persone) mostrano un’efficacia per gli anziani addirittura del 91,8%. “Ottima notizia, il vaccino ‘russo’ ha un’efficacia superiore al 90%. Un altro vaccino dall’efficacia eccezionale con un meccanismo simile ad AstraZeneca, ma con una differenza fondamentale di cui parleremo”, commenta in un tweet il virologo dell’Università San Raffaele Roberto Burioni.
“Il mondo ha bisogno di tutti i buoni vaccini che può ottenere contro Covid – commenta David Livermore, dell’University of East Anglia (GB) – E lo Sputnik V è il primo vaccino a vettore adenovirale a raggiungere l’efficacia del 90% osservata con i due vaccini a mRna”. La temperatura di conservazione del prodotto, fra le altre cose, è tra 2 e 8° C. Cosa che ne semplifica (parecchio) la distribuzione.
Dall’altra parte dell’Oceano, novità anche per Pfizer, che ha registrato un profitto nel quarto trimestre 2020 (rispetto a una perdita nell’anno precedente). I ricavi trimestrali sono aumentati del 12% rispetto al trimestre dell’anno precedente. L’azienda che insieme a BioNTech ha prodotto il primo vaccino autorizzato in Europa ha risollevato il suo anno fiscale 2021 e ha stimato guadagni per azione tra 3,10 e 3,20 dollari. Pfizer si aspetta entrate tra 59,4 e 61,4 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2021, con circa 15 mld di vendite dal vaccino contro Covid-19 nell’anno fiscale 2021.
