Russia studia Sputnik light. L’accordo con Spallanzani

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Pragmatismo e concretezza, per unire le forze contro Covid-19. Con questi obiettivi lo Spallanzani di Roma sarà ‘protagonista’ della sperimentazione italiana del vaccino russo Sputnik V. Il tutto mentre in Russia si testa già la versione monodose, lo ‘Sputnik light’. Lo ha annunciato Arsen Kubataev, a capo della divisione clinica del Fondo russo per gli investimenti diretti, nel corso di una tavola rotonda sul vaccino Sputnik con esperti italiani e russi, organizzata dal Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), dal Foro di dialogo italo-russo e dall’Istituto Gamaleya.

Oltre ai dati sul vaccino principale, lo Sputnik V, pubblicati su ‘The Lancet’ – ha spiegato Kubataev – abbiamo anche i dati sulla grande sicurezza del vaccino Sputnik light, una versione che consente di fare una sola iniezione. Questi dati legati alla sicurezza sono stati presentati all ministero della Sanità russo e ci auguriamo” a breve “un’approvazione, che potrebbe arrivare in poche settimane”.

Una versione monodose dello Sputnik, che ha suscitato molta curiosità. Ma a che punto è la ricerca sul vaccino light? “E’ già in corso la fase 3, quella sull’efficacia, con ricerche in Russia, Emirati Arabi Uniti, Ghana, su circa 3000 soggetti randomizzati. Ci attendiamo di coinvolgere 7000 volontari e di avere un resoconto per giugno. Non ci aspettiamo l’efficacia di Sputnik V, che è del 91%. Ma una vantaggio chiaro per via del fatto che il vaccino è monodose, anche in termini logistici”.

A giorni ci sarà inoltre la firma dell’accordo di collaborazione scientifica tra l’istituto Lazzaro Spallanzani e l’Istituto Gamaleya per valutare, in particolare, alcuni aspetti: la capacità del vaccino russo di contrastare le varianti di Covid-19, e la verifica sulle reazioni avverse ai vaccini, che tanto hanno agitato l’Europa. A fare il punto sulla collaborazione Italia-Russia sullo Sputnik, che vede il Lazio in prima linea, è stato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia.

“Nei prossimi giorni firmeremo il memorandum e lo invieremo all’assessore D’Amato e al ministro della Salute – ha assicurato Vaia – Credo la settimana prossima potremo definire parte diplomatica. E nel mese di aprile saremo pronti a dare il nostro contributo scientifico”.

Ma come funzionerà la sperimentazione? “I colleghi russi verranno qui e ci daranno dettagli sulla ricerca, ma ci sarà anche uno scambio di materiali biologici, che è importantissimo, avendo noi sequenziato le varianti inglese, brasiliana e sudafricana. Condurremo studi di laboratorio insieme per capire se Sputnik produce anticorpi neutralizzanti anche nel caso delle varianti”, ha spiegato Vaia.

“Inoltre lo studio clinico potrà consentirci, con 100 dosi del vaccino dall’Istituto Gamaleya, di fare una sperimentazione che ci permetterà di rivaccinare i volontari immunizzati in Italia nella fase 1, in agosto. O, ancora, di verificare se, quando altri vaccini abbiano portato ad una scarsa produzione di anticorpi, Sputnik” possa agire come una sorta di ‘boost’. “Infine potremo verificare le ipotesi dei colleghi di San Marino, che stanno vaccinando con Sputnik. Abbiamo trovato nei colleghi del Gamaleya una grande disponibilità: la scienza è capace di superare i pregiudizi”, ha sottolineato Vaia, invitando il collega Massimo Galli, infettivologo del Sacco di Milano – che aveva lodato “l’approccio originale del vaccino russo”, sottolineando che “da noi è in corso la terza ondata” e parlando di “risultati incoraggianti e importanti” per Sputnik – a partecipare allo studio. Un invito subito raccolto da Galli.

“E’ forte il desiderio di superare l’epidemia con il pragmatismo e affidandoci alla scienza. Firmeremo in tempi rapidi il protocollo dello Spallanzani. E devo sottolineare che riceviamo centinaia di richieste sullo Sputnik – ha detto l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato – Faremo un verifica con il Fondo russo per l’eventuale produzione di Sputnik sul nostro territorio, una volta che il vaccino avrà ottenuto la validazione” Ema. “Penso che sia stato perso tempo prezioso in burocrazia”, ha aggiunto D’Amato, confermando anche “la disponibilità ad un’acquisizione diretta del vaccino, una volta approvato”.

L’invito dell’assessore è ora quello di non perdere tempo. Il cammino dello Sputnik all’Ema è ormai iniziato: il team di esperti dell’Agenzia europea arriverà in Russia il 10 aprile per verifiche sul vaccino Sputnik V. “Confidiamo in una rapida conclusione delle valutazioni dell’Ema” sul vaccino russo Sputnik V, “senza politicizzazioni e senza un’eccessiva burocrazia”, ha auspicato l’ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov.

E proprio l’Agenzia europea dei medicinali ha chiesto allo Spallanzani di vaccinare gli ispettori che andranno a ispezionare i siti produttivi del vaccino russo.

“L’Italia per noi è una priorità, nell’ottica delle relazioni con l’Unione Europea: è il Paese con cui abbiamo un dialogo più attivo per il sostegno alla registrazione dello Sputnik V”, ha evidenziato Vladimir Primak, direttore del Fondo sovrano russo.

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