La lotta alla pandemia ha spinto le aziende del pharma a insolite alleanze. Il bilancio di Fabio Landazabal, Ad di Gsk Spa, che scommette sull’eccellenza della ricerca made in Italy e sugli anticorpi monoclonali. La versione completa di questo articolo, a firma di Margherita Lopes, è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2021.
LA PANDEMIA ha spinto il Pharma a nuove alleanze, privilegiando modalità di lavoro smart per arrivare in tempi record a risultati insperabili fino a pochi mesi fa. Mentre l’Italia affronta l’insidia delle varianti e aspetta di veder decollare la campagna vaccinale, la sfida è anche quella di mettere la capacità e il talento italiano in questo settore a disposizione non solo del Paese, ma del mondo. Per fare di vaccini e terapie innovative una eccellenza del made in Italy. Ne abbiamo parlato con Fabio Landazabal, da giugno 2020 presidente e amministratore delegato di Gsk Spa.
Lei ha assunto la guida del settore Pharma in Italia, uno dei cinque Paesi più importanti in Europa per l’azienda, in un anno particolarissimo. Qual è il suo bilancio di questi mesi di pandemia vissuti al timone di Gsk?
Il mio bilancio è positivo. Abbiamo capito davvero l’importanza dell’innovazione: un Paese senza innovazione non riesce a rispondere ai problemi e alle sfide che si trova di fronte. Appena è iniziata l’emergenza ci siamo preoccupati di proteggere i nostri dipendenti e di assicurare la necessaria business continuity, visto che dall’Italia riforniamo 60 Paesi diversi (oltre 61 milioni di dosi) con i vaccini per la meningite prodotti a Rosia. Ma abbiamo anche accelerato sull’innovazione. A brevissimo in Italia sarà disponibile Shingrix, una nuova generazione di vaccino contro l’Herpes zoster, con un’efficacia senza precedenti nel prevenire il Fuoco di Sant’Antonio. Abbiamo accelerato la ricerca nell’area oncologica, e sviluppato una strategia per soluzioni contro Covid-19, nell’area dei vaccini ma anche della terapia. Sono molto orgoglioso di questa squadra: nel momento di difficoltà credo che abbia dimostrato il suo valore, e la sua flessibilità nell’adottare ad esempio lo smartworking. Stiamo lavorando in modo molto efficiente, e tutto questo è stato possibile grazie alle nuove tecnologie ma anche alla flessibilità dei dipendenti.
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