Super sequenziatore per analisi rapide Dna e varianti Covid

sequenziatore
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E’ la prima dotazione di questo genere nel Lazio all’interno in un ente pubblico, e in Italia ce ne sono pochissime. Un mondo di alta tecnologia racchiuso in una apparecchiatura poco più grande di una fotocopiatrice. E’ il sequenziatore ad elevatissima processività che consente agli Ifo di Roma di poter analizzare il Dna dei pazienti in tempi brevi e con un incredibile abbattimento dei costi. Una tecnologia rivoluzionaria per la medicina di precisione in oncologia. Ma anche per l’identificazione e il monitoraggio delle varianti del Sars-Cov-2 in collaborazione con lo Spallanzani.

Gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (Ifo), grazie anche ai finanziamenti del ministero della Salute, hanno acquisito nell’ultimo anno apparecchiature scientifiche all’avanguardia, con investimenti complessivi che superano gli 8 milioni di euro e che vanno ad incrementare le attività di “medicina di precisione” svolte nei due Istituti Regina Elena e San Gallicano.

Il sequenziatore è stato presentato all’assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D’Amato e al direttore generale della ricerca del ministero della Salute Giovanni Leonardi da Francesco Ripa di Meana, direttore generale Ifo, Gennaro Ciliberto e Aldo Morrone direttori scientifici Ire e Isg.
Nella stessa occasione è stata inaugurata l’installazione del dipinto “Alchemie di Asclepio”, un olio su tela (200×400), donato del Maestro Eros Renzetti al Reparto di chirurgia plastica del San Gallicano in segno di riconoscenza per l’impegno mostrato dagli operatori sanitari durante la pandemia.

“Il sequenziatore ad elevatissima processività, condiviso tra Ifo e Spallanzani, è una importante sinergia tra i due Irccs.. Le loro importanti tecnologie ed expertise sono un beneficio non solo per Roma e il Lazio ma per l’intero Paese. Roma e il Lazio in questo momento di emergenza, sono guida e riferimento nazionale”, ha sottolineato D’Amato.

“Il processo di miglioramento degli Ifo prosegue in due direzioni, la centralità della persona e l’ eccellenza scientifica – evidenzia Ripa di Meana – Lavoriamo costantemente alla qualità dell’accoglienza, cui contribuisce il dipinto del pittore e scultore Renzetti che ringrazio personalmente, e allo sviluppo dell’attività scientifica rivolta allo studio del Dna dei pazienti con Covid e con altre patologie, quindi della medicina di precisione per la messa a punto di cure sempre più personalizzate”.

“Abbiamo una capacità formidabile di sequenziare materiale biologico, e a km0 – sottolineano i direttori scientifici Ciliberto e Morrone – perché eseguiamo e processiamo i tamponi molecolari nei nostri laboratori e un gruppo esperto di bioinformatici elabora i risultati delle sequenze. Grazie a strumenti ed expertise possiamo sequenziare il coronavirus su volumi importantissimi”.

L’investimento per il sistema di sequenziamento è stato di 1.500.000, ma gli Ifo nel 2020 hanno speso oltre 8 milioni di euro per l’acquisizione di nuovi strumenti di diagnosi e cura ( 2 Tac, più 1 una intraoperatoria, 2 mammografi, un nuovo robot, 2 acceleratori lineari, ecotomografi, endoscopi).

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