Impedire l’approvazione in Parlamento del ddl 988 nel quale si propone di finanziare con soldi pubblici l’agricoltura biodinamica, una “pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico“. È quello che chiedono oltre 20 scienziati con una lettera aperta ai senatori che oggi dovranno decidere se approvare o meno il disegno di legge.
Ma che cos’è l’agricoltura biodinamica? E perché scienziati tra cui il fisico Ugo Amaldi, l’esperto di staminali Giulio Cossu, il biotecnologo Roberto Defez o il fisico Luciano Maiani la definiscono una pratica esoterica e chiedono al Senato di bloccarne l’approvazione?
La biodinamica è una pratica basata su credenze astrologiche, fondata a inizio XX secolo da Rudolf Steiner, esperto di esoterismo. Seguendo i principi biodinamici possono essere evocate forze cosmiche in grado di favorire la fecondazione della femmina da parte del maschio. È sufficiente infilare cortecce, fiori o letame all’interno di parti di animali come teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo, per poi sotterrare e dissotterrare il tutto seguendo le fasi lunari. Precetti e teorie di Steiner sono tutt’oggi alla base dei ‘disciplinari biodinamici’.
“Può il Paese di Galileo Galilei sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero?”, si chiedono gli scienziati. In effetti, il marchio di qualità biodinamica viene posto dalla Demeter, multinazionale tedesca. Nell’allegato 10 per la certificazione degli standard Internazionali di quest’azienda si può leggere che gli elementi sopraelencati siano necessari per ottenere il bollino di prodotto biodinamico.
In più, nel ‘disciplinare biodinamico’ dell’azienda tedesca si può leggere che ogni “preparato biodinamico sviluppa una forza potente ‘sottile’ il cui effetto può essere paragonato a quello dei farmaci omeopatici”. In sostanza, la loro efficacia non è dimostrata in modo vero e proprio dal punto di vista scientifico.
Anche per questo motivo gli oltre 20 scienziati scrivono che “laddove lo Stato ritenga opportuno sovvenzionare alcuni tipi di attività economiche, è condizione necessaria ancorché non sufficiente che queste attività vengono svolte secondo i principi di razionalità e di conformità alle evidenze scientifiche”.
