Il 2024 sarà, con ogni probabilità, l’anno in cui verrà superata la soglia di 1,5 gradi di riscaldamento globale della Terra rispetto all’era pre-industriale.
Secondo il servizio meteorologico dell’Unione Europea, Copernicus, il marzo del 2024 è stato testimone di temperature globali senza precedenti. Con una media di 14,4°C, questo marzo si è distinto come il mese più caldo mai registrato. Questo dato supera di 0,73°C la media del trentennio 1991-2020 e addirittura di 0,10°C il precedente record stabilito nel marzo del 2016.
Tuttavia, questa tendenza al riscaldamento non si limita solo al mese di marzo. I dati meteo degli ultimi 12 mesi, da aprile 2023 a marzo 2024, indicano una temperatura media globale senza precedenti. Rispetto alla media pre-industriale, la temperatura si è innalzata di 1,68°C. Questo sorpasso, rilevato dal servizio Copernicus, rappresenta una significativa escalation del riscaldamento globale.
Non è solo una questione di record mensili, ma di una tendenza inarrestabile. Secondo gli esperti, il marzo 2024 è il decimo mese consecutivo classificatosi come il più caldo mai registrato. Questo allarme meteo mette in evidenza l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico e le sue devastanti conseguenze.
Questo trend preoccupante non solo supera le previsioni stabilite dall’Accordo di Parigi del 2015 e dalla Cop26 di Glasgow del 2021, ma le supera notevolmente. La temperatura media globale negli ultimi 12 mesi ha superato il limite di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali, segnando un punto di non ritorno nel riscaldamento globale.
Le implicazioni di questa rapida crescita delle temperature sono immense. Dalle catastrofi climatiche agli impatti sulla biodiversità e sulle risorse idriche, le conseguenze del riscaldamento globale sono tangibili e urgenti. È fondamentale che governi, istituzioni e individui adottino misure decisive per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.