Variante Delta domina in Italia, identificata Delta plus

Covid coronavirus
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La variante Delta non accenna a perdere terreno in Italia: l’ultimo report sulle varianti Covid diffuso dall’Istituto superiore di sanità conferma, infatti, la circolazione dominante della variante Delta di Sars-CoV-2. E segnala l’isolamento di casi della variante Delta plus.

Nel mese di settembre, fa sapere l’Iss, sono stati segnalati poco più di 7000 genotipizzazioni/sequenziamenti da casi confermati di infezione da Sars-CoV-2 al Sistema di sorveglianza integrata Covid-19, pari al 6,1% dei casi confermati segnalati nello stesso periodo, valore superiore alla soglia minima richiesta del 5%. Nel mese di ottobre, seppur il periodo è ancora in fase di consolidamento, sono stati genotipizzati/sequenziati circa 3000 casi, pari circa al 3,1% dei casi totali mensili.

Ebbene, negli ultimi 45 giorni (25 settembre – 8 novembre), i casi di infezione causati dalla variante Delta (lignaggio B.1.617.2) continuano ad essere i più frequentemente segnalati (91,2%) e diffusi su gran parte del territorio italiano. Sono sempre più rari i nuovi casi di infezione causati dalla variante gamma (lignaggio P.1) e beta (lignaggio B.1.351).

Sono stati identificati oltre 100 lignaggi differenti che, ad oggi, non sono ancora oggetto di monitoraggio da parte del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19. Inoltre il 99,8% dei sequenziamenti depositati in I-Co-Gen – la piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di Sars-CoV-2 – negli ultimi 45 giorni, è riconducibile alla variante Delta.

Come anticipato il lignaggio AY.4.2 – la variante Delta plus – è stato identificato anche in Italia, con 147 sequenze totali in I-Co-Gen, di cui 120 presentano le mutazioni Y145H e A222V.

“La variante Delta – sottolineano gli esperti – è caratterizzata da una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Alfa (tra il 40% e il 60%) e da un aumentato rischio di ospedalizzazione in particolare tra individui parzialmente vaccinati o non vaccinati. È necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti di Sars-CoV-2 ed in particolare la presenza di mutazioni riconducibili a una maggiore trasmissibilità e/o associate ad una potenziale capacità di evadere la risposta del sistema immunitario”, conclude l’Iss.

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