Dubbi sul vaccino a 5-11 anni? Il pediatra e i costi del no

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La notizia del via libera europeo al vaccino anti-Covid per i bambini di 5-11 anni ha riacceso le polemiche: i dubbi dei genitori italiani non sono pochi. E quando parliamo di salute dei bambini occorre fare ancor più attenzione. Quali sono, allora, le ragioni per aderire a questa vaccinazione, quando arriverà il disco verde dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)? E quali i costi, e i rischi, legati al rifiuto?

“In Italia i bimbi fra 5 e 11 anni sono 3,6 milioni. Se si vaccinassero tutti”, quando il vaccino anti-Covid sarà approvato per loro anche nel nostro Paese, “in base ai dati scientifici disponibili si eviterebbero 51mila casi di coronavirus 1.450 ricoveri in reparti ospedalieri ordinari e 400 in terapia intensiva. Inoltre, si eviterebbero 12 decessi”. A calcolare per l’Adnkronos Salute i benefici che produrrebbe immunizzare gli under 12 contro il coronavirus pandemico è stato Italo Farnetani, professore ordinario di pediatria della Libera Università Ludes di Malta.

Il medico definisce la profilassi anti-Covid “una vaccinazione anti-Dad”, oltre che uno ‘scudo’ contro infezioni, ricoveri e morte. “Perché vaccinando l’intera popolazione fra 5-11 anni – prospetta ancora Farnetani – a scuola si eviterebbe la quarantena per 8.500 classi”, alle quali verrebbe appunto risparmiata la didattica a distanza.

Ma c’è di più, come ci spiega Farnetani. “Gli under 12 anni sono poco meno di 6 milioni cioè il 10% della popolazione italiana, pertanto quando si parla dell’85% della popolazione vaccinata, ed è un risultato eccezionale, dobbiamo valutare che dal punto di vista epidemiologico siamo sul 75% di soggetti protetti, mentre il livello di sicurezza è al 95%. Pertanto ora dobbiamo dare la priorità assoluta a vaccinare i soggetti fra 5-11 anni”.

“Se si deve scegliere se dare una priorità tra la prima dose a questi bambini e la terza dose agli altri, senza dubbio ritengo che si debba privilegiare i più piccoli, perché non hanno assolutamente protezione. Mentre gli altri, anche solo parzialmente, sono protetti”. E ancora: Farnetani rilancia i vaccini a scuola. “Possiamo ottenere risultati rapidi in pochi giorni e ottenere una maggior risposta da parte dei genitori, anche se il sistema organizzativo del generale Figliuolo è attualmente sotto utilizzato perché si può arrivare a 600 mila inoculazioni, cioè quasi il doppio rispetto a questi giorni”.

Ma occorre aspettare l’arrivo delle dosi ridotte di vaccino. “Ribadisco che è importante vaccinare i più piccoli, anche se si dovesse utilizzare solo un terzo di fiala e il resto lasciarlo inutilizzato. Io, come pediatra, guardo all’interesse primario dei bambini, che è quello di essere protetti visto l’aumento di morbilità e anche di complicanze in questa fascia di età – rivendica – Ma considerando la ricaduta economica della pandemia e i costi della prevenzione vaccinale, dobbiamo pensare anche al fatto che dopo il rientro dalle vacanze natalizie si avrà un’impennata di infezioni e malattie fa i bambini”.

“I bambini malati hanno bisogno di assistenza domiciliare e non sempre ci sono i nonni disponibili quando i genitori lavorano, anzi spesso i nonni che guardano i nipoti quando sono sani non desiderano accudirli in caso di malattia, specie se si tratta di Covid-19. Questo determinerà una necessità importante di assenze dal lavoro, che avranno una ricaduta economica importante”, conclude il pediatra, convinto che il no a un vaccino “sicuro ed efficace” rischia di incidere anche sulla produttività dei genitori.

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