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Ricetta elettronica, il caso lombardo e la sfida della digitalizzazione

ricetta via mail
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Dopo una lunga gestazione, il ricorso alle tecnologie e la digitalizzazione della sanità sono ormai imprescindibili. Anche perchè, oggettivamente, semplificano la vita dei cittadini (e dei medici). Lo testimonia anche la corsa al sito web del fascicolo sanitario elettronico registrata nelle ore scorse in Lombardia. Obiettivo, confermare la possibilità di ricevere via sms o email la ricetta elettronica.

Forse ne avrete sentito parlare: nonostante le rassicurazioni della Regione, chi temeva una interruzione del servizio dall’1 maggio si è affrettato a eseguire la procedura per la scelta della modalità di invio digitale del numero delle ricette (Nre), senza bisogno del promemoria cartaceo, generando – come ha segnalato Adnkronos Salute – un picco di traffico sul portale, uno dei canali disponibili per la conferma del servizio. Risultato: rallentamenti nelle operazioni sul sito web, secondo le segnalazioni di molti lombardi.

La deadline che non c’era

Si parla molto di privacy dei dat sanitari, ma quanto accaduto in Lombardia evidenzia anche l’importanza, per il cittadino, della digitalizzazione e il fatto che ormai, alla ricetta elettronica, non si vuole rinuniare.

In realtà, come hanno spiegato gli addetti ai lavori, il nodo della deadline non c’era, nel senso che quella che era stata riportata era una scadenza indicativa inserita nella schermata informativa per dare un’idea alle persone di un margine temporale entro cui completare l’operazione. La possibilità di ricevere il codice della ricetta elettronica sul cellulare o via email è stata introdotta ai tempi dell’emergenza Covid, ma con gli ultimi provvedimenti è stata resa definitiva.

Il consenso

L’operazione richiesta in Lombardia, nell’ambito del rinnovo del servizio di notifiche del fascicolo sanitario, mirava appunto a raccogliere una sorta di consenso (trattandosi di dati personali) alle modalità del servizio che si desidera attivare e sancire dunque questo passaggio a un sistema strutturale. Giova inltre ricordare che la ricetta elettronica, prorogata in epoca Covid e poi fino a fine 2024, è ormai divenuta definitiva.

I rischi

Ciò è accaduto in Lombardia, con la corsa dei cittadini a confermare la possibilità di continuare a ricevere la ricetta elettronica via Sms o e-mail, “accadrà anche nelle altre regioni, nel tempo – prevede Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) – Per una ragione semplice: con questa modalità si ottiene rapidamente il consenso sulla privacy per l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico, tutte le altre forme comporterebbero tempi più lunghi sui grandi numeri. In questo modo si raggiungono prima gli obiettivi sul fascicolo. La ricetta dematerializzata, infatti, è uno strumento a cui ormai difficilmente un cittadino rinuncia”.

La sfida

La modalità di ‘passare’ dalla ricetta dematerializzata per la raccolta delle adesioni dei cittadini sulla privacy per il fascicolo sanitario, ricorda Scotti, “era già stata adottata Veneto” e tutti ormai “hanno capito l’efficacia del metodo”. Per questo “è prevedibile l‘utilizzo nelle altre regioni dove i sistemi informatici lo rendono possibile”. Ovvero dove “ci sono sistemi di prescrizione regionali che possono rapidamente sincronizzarsi con il Fse regionale (Sar, servizio di accoglienza regionale). Non lo possono fare, invece, le Regioni che hanno una forma di prescrizione centrale (tecnicamente Sac, servizio di accoglienza centrale), perché in questo caso la ricetta viene messa sul sistema, il farmacista la legge, ma la piattaforma regionale lo riceve con un tempo più lungo, di troppe ore perché possa essere utile al paziente”.

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