Covid? Non ci credo, ma la Terra è piatta

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Covid-19? E’ tutto un complotto delle multinazionali o dei ‘poteri forti’. Anzi no, non esiste (salvo ripensarci quando si finisce in terapia intensiva). Se la messa a punto di “vaccini efficaci disponibili in tempi rapidi, sussidi e ristori di Stato a tutti, un robusto rimbalzo dell’economia e un cospicuo piano di rilancio finanziato dall’Unione europea, dopo la paura nera dello scorso anno, dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo e far gioire d’orgoglio per la tenuta socio-economica del Paese”, gli italiani si trovano invece a fare i conti con il fascino dell’irrazionale.

E’ la fotografia che emerge dal 55.mo Rapporto nazionale del Censis. Che segnale come, a fronte della vittoria della ragione, della umana facoltà razionale di risolvere i problemi, “all’allentarsi della pressione dell’emergenza non si sentono soltanto sospiri di sollievo o echi di esultanza, ma anche mugugni, lamentele, accuse, risentimenti”. 

Insomma, in questa fase della pandemia Covid la razionalità “lascia il posto in molti casi a una irragionevole disponibilità a credere alle più improbabili fantasticherie, a ipotesi surreali e a teorie infondate, a cantonate e strafalcioni, a svarioni complottisti, in un’onda di irrazionalità che risale dal profondo della società”. E a parlare sono i numeri: il 31,4% degli italiani oggi si dice convinto che il vaccino è un farmaco sperimentale e che quindi le persone che si vaccinano fanno da cavie, il 10,9% sostiene che il vaccino contro Covid è inutile e inefficace, per il 5,9% (cioè circa 3 milioni di persone) Covid-19 semplicemente non esiste. In definitiva, dalle vicende del periodo emergenziale il 12,7% degli italiani trae la conclusione che la scienza provoca più danni che benefici.

L’irrazionalità ha infiltrato il tessuto sociale, sia le posizioni scettiche individuali, sia i movimenti collettivi di protesta che quest’anno hanno infiammato le piazze, sintetizza il Censis. Per il 67,1% degli italiani esiste uno “Stato profondo”, cioè il potere reale è concentrato, in modo non pienamente democratico, nelle mani di un gruppo ristretto di potenti, composto da politici, alti burocrati e uomini d’affari; per il 64,4% le grandi multinazionali sono le responsabili di tutto quello che ci accade; per il 56,5% esiste una casta mondiale di superpotenti che controlla tutto.

Insomma, se in questi giorni la variante Omicron ci preoccupa, faremmo bene ad allarmarci per la variante cospirazionistica. Una variante”tendente alla paranoia, ispirata alla teoria del “gran rimpiazzamento”, che ha contagiato il 39,9% degli italiani”, convinto del pericolo reale della sostituzione etnica: identità e cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati, portatori di una demografia dinamica rispetto agli italiani che non fanno più figli. E tutto ciò accade per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste.

Diffuse anche diverse tecno-fobie: il 19,9% degli italiani considera la tecnologia 5G uno strumento molto sofisticato per controllare le menti delle persone. E non stupisce il negazionismo storico-scientifico, con il 10% degli italiani convinti che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna e il 5,8% sicuro che la Terra sia piatta. In questo quadro c’è da scommettere che manchi il pensiero magico: chissà quanti saranno gli italiani che credono agli unicorni.

Il Censis segnala “un’onda di irrazionalità, un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà circostante. Dalla medicina alla tecnologia, nulla sfugge al tritacarne dell’irrazionale, che si ritaglia uno spazio non modesto nel discorso pubblico, conquistando i vertici dei trending topic nei social network, scalando le classifiche di vendita dei libri, occupando le ribalte televisive, orientando le posizioni e i comportamenti di molte persone”.

In questa fase che non è ancora post-Covid le proposte razionali che indicano la strada per migliorare la situazione vengono delegittimate a priori, con l’accusa di favorire interessi segreti e inconfessabili. Il 29,7% degli italiani non crede che il razionalissimo Pnrr cambierà il Paese, perché è condizionato da lobby che volgeranno tutto a proprio beneficio o perché la Pubblica amministrazione non starà al passo, malgrado gli annunci, secondo il 44,3%.

Ma attenzione, se in molti casi questi dati possono suscitare un sorriso “bisogna osservare questo segmento sociale, pur minoritario” sottolinea il Censis, “perché è la spia di un fenomeno più ampio, di un disagio che rivela una inclinazione profonda”. Secondo il rapporto l’irrazionale che oggi si manifesta nella nostra società “ha radici socio-economiche profonde, secondo una parabola che va dal “rancore” al “sovranismo psichico”, e che ora evolve diventando rifiuto tout court del discorso razionale”.

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