GILEAD

Covid e stato di emergenza, tra Omicron e terze dosi

stato di emergenza
Gilead

Uno stato di emergenza che non ha fine. Dopo due anni di pandemia da Covid-19 “oggi in Cdm ci saranno ulteriori scelte sull’emergenza che stiamo vivendo”. Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, al seminario ‘La casa come primo luogo di cura del cittadino. L’accreditamento delle cure domiciliari e delle Reti di cure palliative’, non stupiscono. I numeri di Covid in aumento in Italia (come in tutta Europa), e la diffusione della variante Omicron, sono il segno di un virus che non vuole allentare la presa.

Ma il fatto che dopo due anni l’Italia sia ancora in stato di emergenza non può non lasciare perplessi: evidentemente non si è riusciti a uscire da un meccanismo che consente sì risposte più rapide alla crisi, ma che – è bene ribadirlo – si protrae ormai da molti mesi. Così, se la decisione di prorogare lo stato di emergenza fino a marzo appare ormai scontata, non ci si può non chiedere come si pensa di uscire da quella che appare ormai come una soluzione di comodo. Opportuna, certo, magari anche necessaria. Ma solo perché mancano – dopo due anni – soluzioni più strutturate.

Il fatto è che, se lasciamo fare al coronavirus, ci troveremo ancora a lungo a ondeggiare tra ondate di Covid-19 più o meno pesanti, e lo stato di emergenza rischia di diventare una coperta per nascondere l’incapacità di scelte alternative, innovative e coraggiose. Serve coraggio e lucidità per uscire dallo stato di emergenza.

Intanto la campagna vaccinale va avanti, spinta dai numeri, dalla preoccupazione per la variante Omicron e dalla speranza di salvare il Natale. “Le terze dosi sono ancora più importanti per fronteggiare la variante Omicron, lo stiamo vedendo dai dati che arrivano”, ha sottolineato lo stesso Speranza.

“I numeri di questi giorni sono molto incoraggianti. Ieri mezzo milione di dosi di vaccino anti-Covid inoculate. In totale sono state superate i 100 milioni di dosi di vaccino somministrate. E anche per le prime dosi, nelle ultime settimane ce ne sono state 450mila. Molte le prenotazioni anche per i più piccoli”.

“L’epidemia continua ad essere un problema reale, concreto con cui fare i conti. Certo abbiamo strumenti che un anno fa non avevamo, a cominciare dai vaccini”, ha poi detto ancora Speranza. Ma se l’immagine del ministro è quella di un Paese in coda per il vaccino, la realtà è (anche) quella di cittadini stanchi, in parte delusi, confusi e scoraggiati.

E’ vero, la situazione per fortuna e grazie all’impegno di gran parte della popolazione è molto diversa da quella di un anno fa: abbiamo di fronte un Natale più o meno senza restrizioni. Ma due anni di pandemia si fanno sentire. Servono scelte coraggiose e strutturate, per non ritrovarci a marzo con l’ossimoro di uno stato di emergenza infinito.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.