Identikit del glaucoma, il ladro della vista

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Un ladro che arriva in silenzio e ‘ruba’ la vista degli italiani. E questo perché nella maggior parte dei casi non presenta sintomi. “Non abbiamo dati certi, ma solo stime: si parla di circa un milione e 200 mila persone in Italia affette da glaucoma. Ma circa la metà non sa di averlo”. A spiegarlo a Fortune Italia, alla vigilia del congresso internazionale organizzato dall’Associazione Italiana Studio Glaucoma a Roma dal 3 al 5 marzo è Roberto Carassa, direttore del Centro Italiano Glaucoma.

Secondo Carassa di tratta di un problema sottostimato, “complice il fatto che il glaucoma è una malattia sostanzialmente asintomatica: questo spiega le mancate diagnosi fino a quando non si manifestano problemi di vista”. Proprio per accendere i riflettori su questa patologia è stata istituita la Settimana mondiale del glaucoma, che si celebra dal 6 al 12 marzo e in occasione della quale moltissime strutture hanno attivato visite e screening gratuiti.

Oltretutto si tratta di una patologia che rappresenta un notevole onere finanziario per il sistema sanitario, ed è destinata a crescere con l’invecchiamento della popolazione. Secondo stime non recenti, ricorda l’esperto, i costi sanitari diretti oscillano tra i 455 e i 969 euro l’anno per persona, nei casi di glaucoma severo. Ma poi c’è l’ampio capitolo dei costi indiretti della patologia: dai giorni di assenza dal lavoro per malattia, all’eventuale invalidità visiva.

Carassa sottolinea l’importanza della diagnosi: se il glaucoma non viene monitorato e controllato con la terapia farmacologica o chirurgica, porta alla cecità: “Il glaucoma è una malattia del nervo ottico ed è la prima causa di cecità irreversibile al mondo. Il fattore di rischio più importante – continua l’esperto – è la pressione oculare elevata, ma nel 30-35% dei la patologia colpisce pazienti con pressione oculare normale”.

Il soggetto può andare incontro a una progressiva riduzione del campo visivo fino alla visione cosiddetta “tubulare”, che dà l’impressione di guardare attraverso un cono, perché si riesce a vedere solo una piccola parte di ciò che si ha davanti. “Tutta la terapia anti-glaucoma oggi si basa sulla riduzione della pressione intraoculare“, spiega l’esperto. “Le tecniche utilizzate includono terapie mediche, laser e chirurgiche. In genere si inizia con una terapia a base di colliri, anche se recenti studi hanno dimostrato che iniziare con una terapia laser dà migliori risultati, e poi si arriva agli interventi chirurgici”.

Naturalmente Covid-19 ha impattato anche su questa patologia: “L’assistenza ne ha risentito, dal punto di vista delle diagnosi ma anche dei controlli e delle visite periodiche. Abbiamo accumulato un grosso ritardo – ammette Carassa – che ancora non si è recuperato. Insomma, la situazione è peggiorata”. Un po’ come è accaduto per tumori e malattie cardiovascolari.

La raccomandazione fondamentale dell’esperto è semplice: “I controlli oculistici periodici sono fondamentali: si tratta dell’unico modo per intercettare il problema. Inoltre bisogna dire che le persone con casi in famiglia sono più a rischio e devono fare visite regolari dai 40 anni in poi. Questo perché il glaucoma colpisce di solito oltre i 60 anni, ma può insorgere anche tra i più giovani”, conclude.

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