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Covid, sulla quarta dose il mondo è diviso. Cosa succederà

Covid quarta dose
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Mentre l’Italia si prepara a superare le misure anti-Covid – ma il virus circola ancora, come mostrano i 99.457 nuovi contagi nelle ultime 24 ore, con 177 vittime – si apre il dibattito sulla quarta dose, o secondo booster. Un tema rispetto al quale i Paesi avanzati si muovono in ordine sparso.

Dopo Israele, è arrivato il via libera degli Stati Uniti alla quarta dose di vaccino. La Food and Drug Administration (Fda) ha autorizzato il secondo booster per i prodotti a mRna di Pfizer-BioNTech e Moderna. Ma, al momento, solo per due categorie di persone: over 50 e immunodepressi. La decisione nasce dalla preoccupazione per la variante BA.2 (Omicron 2). Da segnalare che la Fda ha preso la decisione senza consultare il comitato indipendente di esperti sui vaccini, che avrebbe dovuto riunirsi il 6 aprile.

La questione ‘quarta dose’ è spinosa: alcuni esperti temono gli effetti del ‘bombardamento’ troppo ravvicinato sul sistema immunitario. Altri riflettono sull’opportunità di continuare a utilizzare prodotti pensati per varianti diverse rispetto a quelle attualmente in circolazione. Ma dagli Usa si sottolinea come “le evidenze che emergono – precisa una nota della Fda – suggeriscono che una seconda dose booster migliora la protezione contro Covid grave e non è associata a nuovi problemi di sicurezza”. La quarta dose andrà somministrata ad almeno quattro mesi dalla terza.

Intanto in Italia la Commissione Tecnico Scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco ha iniziato il 24 marzo scorso la valutazione dell’opportunità di una seconda dose booster contro Covid-19 per particolari categorie di soggetti. “Considerato il complesso dei dati disponibili, la Cts ha deciso che sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia”, ha sottolineato Aifa.

Dalla Cts è arrivato però un richiamo ai ‘renitenti del booster’, circa 3 milioni di italiani che dovrebbero fare la terza dose ma non si presentano nei centri vaccinali: gli esperti hanno ribadito che “è essenziale il completamento del ciclo vaccinale seguito dalla dose booster già autorizzata”.

Al momento in Italia una dose ulteriore del vaccino anti-Covid viene somministrata a over 12 gravemente immunodepressi, ovvero “i soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido”. Ma tecnicamente non si tratta di una quarta dosebensì del booster a conclusione del ciclo primario vaccinale composto da 2 dosi e 1 dose aggiuntiva

Sul secondo booster anti-Covid il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto all’Europa di parlare con una voce sola. “Siamo in una fase nuova grazie ai vaccini. Abbiamo messo alle spalle le misure restrittive degli anni precedenti proprio grazie a questo altissimo livello di vaccinazione – ha detto intervenendo al consiglio dei ministri eurepei della salute – Penso che sia arrivato il momento di discutere insieme, a livello europeo, su come affrontare le prossime settimane e, in modo particolare, lavorare per avere una posizione univoca su tempi e fasce generazionali a cui somministrare la quarta dose. Io lo chiedo formalmente, chiedo che ci sia una posizione unitaria, dei Paesi europei, delle nostre agenzie, della Commissione sulla quarta dose”. E questo perché “scelte non omogenee nei diversi Paesi europei finiscono solo per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali . Chiedo si dia mandato alla Commissione, d’intesa con la presidenza di turno, di fare in tempi stretti una proposta in tal senso basata esclusivamente sull’evidenza scientifica”.

Ma allora cosa sappiamo sulla sicurezza e l’efficacia della quarta dose, e finiremo tutti per ricevere questa iniezione? Fortune Italia lo ha chiesto al virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. “I dati di Israele – spiega l’esperto – tutto sommato dicono che c’è un effetto positivo della quarta dose, l’importante è non anticipare troppo l’intervallo tra l’ultima e questa dose suppletiva. Io credo che l’Ue voglia e debba fare qualcosa in termini di coerenza e omologazione, ma credo anche che il destino di questa vaccinazione sia quello di un passaggio a una strategia identica a quella per l’influenza“.

Quindi “sicuramente per proteggere i soggetti fragili, perché il virus comunque continua a mietere vittime”, sottolinea Pregliasco. “Noi dobbiamo riaprire, vivere, ma considerare che questo rischio c’è. E in un’ottica di prevenzione per i fragili e gli anziani ci deve essere la vaccinazione“.

Dunque secondo Pregliasco dovrebbero valere le stesse “raccomandazioni e tempistiche della vaccinazione anti-influenzale, sperabilmente con un’unica voce a livello europeo di coordinamento”, come chiesto dal ministro Speranza, “per evitare i pasticci che abbiamo già visto, ad esempio con il vaccino AstraZeneca. Ci vuole una strategia comune, ma io immagino una dose di vaccino a ridosso dell’inverno, proprio perché pensiamo che questa presenza endemica con andamenti ciclici si concentri con un rischio aumentato proprio nel periodo invernale”.

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