Covid, la grande fuga dalla terza dose

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Mentre l’Italia si prepara a superare le misure anti-Covid, la circolazione del virus preoccupa alcuni esperti. Nelle ultime 24 ore sono stati 32.573 i nuovi casi e 119 morti, con un tasso di positività non proprio basso: siamo al 15%. E con la variante Omicron (e Omicron 2) in circolazione, il timore è quello di ritrovarci di fronte a una quinta ondata.

Ma se l’impatto delle varianti in circolazione non appare ancora tale da mettere sotto pressione le strutture sanitarie, bisogna anche dire che a fare la differenza in caso di contagio sono i vaccini. Come riporta l’Istituto superiore di sanità, il tasso di ricoveri in terapia intensiva Covid per i non vaccinati over 12 risulta di circa 13 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster, mentre il tasso di mortalità è di 15 volte più alto. Ecco perché il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco ieri a Fortune Italia ha sottolineato che “la terza dose di vaccino è fondamentale anche in coloro che sono guariti”.

In questo quadro ad allarmare gli specialisti è infatti quella che possiamo chiamare la ‘grande fuga dai vaccini’. L’impressione di ‘scampato pericolo’ sta spingendo molti italiani a evitare il booster. Sono quasi tre milioni, calcola la ‘Stampa’, coloro che – superati i quattro mesi dalla seconda dose – potrebbero fare la terza per difendersi da Omicron (e dalla sottovariante Omicron 2). Ma evidentemente pensano che sia inutile.

Quello dei non “boosterati” è un numero in crescita, perché da quando si è iniziato a parlare di addio al super green pass, i booster hanno registrato una brusca frenata. Insomma, a quanto pare negli ultimi mesi a spingere tanti italiani verso il vaccino non è stata tanto la convinzione di proteggere se stessi e gli altri, ma piuttosto il fatto di doversi mettere in regola col green pass (per lavorare, salire su un mezzo di trasporto, andare al ristorante).

Adesso, con la fine della quarta ondata, dello stato d’emergenza e l’allentamento delle misure anti-Covid l’idea di vaccinarsi non è più così allettante. Non lo è mai stata, evidentemente, per quasi 4,6 milioni di persone vaccinabili con prima dose (secondo la Fondazione Gimbe). Fra loro c’è lo zoccolo duro degli over 50 non immunizzati, che in caso di contagio rischiano di più.

Oltre a ricordare i dati dell’Iss, vogliamo rammentare quelli – diffusi nei giorni scorsi – sull’eccesso di mortalità legato a Covid-19. La pandemia ancora non è finita, faremmo bene a tenerlo a mente.

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