Perché scegliere una carriera nel pharma?

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Finita sotto i riflettori in pandemia, la farmaceutica italiana è un settore attento al ricambio generazionale. Ma perché scegliere una carriera nel pharma? Intervista al presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022.

Dal ‘piccolo chimico’ a ScienceX. La farmaceutica italiana è ormai un’industria 4.0, guarda ai giovani ed è sempre più ‘in rosa’. Nel quinquennio 2015-2020 è aumentato nel nostro Paese il numero di donne e giovani attivi nel pharma (rispettivamente +14,6% e +16,6%). Un ricambio generazionale accompagnato da un’intensa attività di formazione. Ma perché un ragazzo oggi dovrebbe scegliere una carriera nel pharma? “Intanto posso testimoniare che si tratta di un settore affascinante, perché si parla di vita”, dice il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che proprio ai giovani e alla leadership di successo ha dedicato il suo ultimo libro: ’Capitano mio capitano: Quando il lavoro diventa passione. Appunti di viaggio e di vita’. “Vado da anni nelle scuole a parlare di leadership e lavoro, e inizio spesso facendo una domanda ai ragazzi: ‘Sapete cosa fanno le aziende farmaceutiche?’. Non facciamo solo farmaci: da sempre ho pensato che lavorare nel settore della salute contribuisce a dare più tempo alla vita e più vita al tempo, perché non solo lavoriamo per  far vivere la gente più a lungo, ma anche per farla vivere meglio”.

Passione, dunque, ma anche curiosità sono due leve cruciali per decidere di intraprendere una carriera nella farmaceutica. Oggi però servono competenze nuove. “Abbiamo fatto un’indagine per capire quali fossero i profili che dovremo avere a disposizione nei prossimi 10-15 anni, e ne abbiamo individuati quasi un centinaio. In alcuni casi, però, non siamo ancora riusciti a completare la job description. In questi anni – spiega Scaccabarozzi – è cambiato il modo di fare ricerca e di produrre farmaci, ecco perché servono competenze nel digitale: dall’analisi dei Big data, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il nostro mondo sta andando in quella direzione e anche nella produzione, col 4.0, siamo proiettati verso un’evoluzione rapidissima. Ci servono dunque giovani preparati (anche) in questi campi”.

Farmindustria ha attivato progetti con le scuole e le università per avvicinare le nuove generazioni al settore. “Nel 2019 abbiamo avviato una collaborazione con la rete nazionale degli Its (Istituti tecnici) in nuove tecnologie della vita, che permette il reclutamento di complesse figure professionali, ottimizzando i costi di ricerca e selezione, ma anche i tempi di trasferimento del sapere”. Un progetto basato sulle competenze specialistiche, nel quale il 90% dei docenti è formato da esperti aziendali. “Ebbene, il placement è pari al 100% degli studenti, che hanno trovato lavoro talvolta addirittura prima della conclusione dei corsi”. Il presidente di Farmindustria segnala la forte richiesta delle imprese, che ha portato all’attivazione di nuovi corsi per ulteriori profili professionali.

“Produrre nella farmaceutica oggi richiede conoscenze complesse”, ribadisce. Dunque accanto ai laureati in settori come chimica, biologia, farmacologia, farmacia, medicina, adesso il pharma guarda a ingegneri specializzati in tecnologia informatica, Big data. Scaccabarozzi parla di “competenze aumentate”, sottolineando come anche sociologia e filosofia possono rivelarsi interessanti nell’area dello sviluppo delle risorse umane.

E storicamente l’Italia arranca nelle materie Stem, dal 2017, per orientare i giovani al mondo del lavoro “abbiamo firmato per primi, con un modello unico nel Sistema Confindustria, insieme alle imprese associate, l’attività di Alternanza scuola-lavoro”, ricorda Scaccabarozzi. Un processo che ha coinvolto 13 scuole e 300 studenti, con 1.000 ore di lezioni teoriche e project work e più di 700 ore di stage aziendali. Attività che verranno rafforzate investendo risorse e competenze in partnership con istituzioni, aziende dell’indotto, sindacati, associazioni e terzo settore. Permettendo così agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro e di formarsi su temi come la prevenzione vaccinale e l’antibiotico-resistenza. E di saggiare la prospettiva di una carriera nel pharma. “Mi piace ricordare che l’industria farmaceutica è leader per occupazione femminile, pari 43% dei dipendenti (rispetto a una media dell’industria pari al 29%), e nella R&S si sale addirittura al 52%. Ma se guardiamo i ruoli apicali, le donne sono il 42% dei dirigenti e quadri, e ben il 52% tra gli under 40: nella farmaceutica la parità di genere è da anni una realtà. E molti dei nostri giovani sono donne”, conclude Scaccabarozzi.

I numeri del pharma

In Italia sono 67.000 gli addetti dell’industria farmaceutica, per il 90% laureati o diplomati, in crescita anche in un anno difficile come il 2020. Tra il 2015 e il 2020 l’industria farmaceutica ha aumentato l’occupazione più di tutti gli altri settori: +12% rispetto al +2% della media, soprattutto grazie alla crescita di Ricerca e Sviluppo, produzione e personale di sede. Nel solo 2020 l’occupazione nel pharma in Italia è aumentata del 2% contro il -0,6% dell’industria manifatturiera.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

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