Cuore e sesso, il ruolo degli ormoni nella cardiopatia

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E’ un big killer che non conosce rivali. La cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, causando il 28% di tutti i decessi (dati EpiCentro Iss). Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico, con notevoli costi economici per famiglie e società.

Ora uno studio italiano, a cui partecipano i ricercatori della Sapienza, ha valutato l’impatto degli ormoni sessuali, più precisamente dei livelli di testosterone e di estradiolo, sull’attivazione delle piastrine del sangue, processo direttamente collegato al rischio di eventi coronarici acuti.

La malattia colpisce infatti entrambi i sessi, ma spesso con una fisiopatologia, sintomatologia e una risposta alle terapie molto diversa: per questa ragione gli attributi biologici sono stati rivendicati come i principali fattori di queste differenze, catalizzando l’attenzione sul possibile ruolo degli ormoni sessuali.

Lo studio italiano Eva (Endocrine Vascular Disease Approach) coordinato da un team di ricercatori della Sapienza e condotto su 434 soggetti con cardiopatia ischemica, ospedalizzati e sottoposti a coronarografia e/o a intervento di angioplastica, ha valutato l’impatto degli ormoni sessuali maschili (testosterone) e femminili (estradiolo) sulla fisiopatologia e sulla gravità della patologia coronarica e, in particolare, sull’attivazione delle piastrine del sangue, direttamente associate al rischio di eventi coronarici acuti.

Lo studio, iniziato nel 2015 con un finanziamento del ministero dell’Università e ricerca – Mur nell’ambito dei progetti per i giovani ricercatori, vinto da Valeria Raparelli del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza e ora all’Università di Ferrara, ha coinvolto oltre all’ateneo romano altre università italiane (Ferrara e Milano), inglesi (Liverpool) e canadesi (Alberta e McGill).

I risultati, pubblicati sulla rivista Journal of Endocrinological Investigation, hanno messo in evidenza come un basso rapporto tra testosterone ed estradiolo si associ in entrambi i sessi a un aumentato rischio di mortalità nei due anni successivi la valutazione. Inoltre è stato visto come da questa relazione dipenda una maggiore attività delle piastrine.

Ecco dunque che, proprio alla luce del ruolo chiave dell’attivazione piastrinica sul rischio di eventi acuti coronarici, la correlazione con il rapporto tra testosterone ed estradiolo apre nuovi orizzonti di ricerca.

Questi risultati, concludono i ricercatori della Sapienza, suggeriscono l’utilità di valutare gli ormoni sessuali in entrambi i sessi per la pianificazione di nuove strategie terapeutiche che tengano anche conto dell’equilibrio ormonale di ciascun soggetto con cardiopatia ischemica.

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