West Nile virus in Italia, ecco perché tanti casi quest’anno

zanzara culex
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Continua crescere il numero di persone colpite da West Nile virus. A segnalarlo è l’Istituto superiore di sanità, che nel suo ultimo report accende i fari sul Veneto, regione nella quale si era verificato il primo caso dell’anno, a giugno. Da allora sono stati 386 i contagi confermati nel nostro Paese – 56 in una settimana solo in Veneto –  con 22 morti.

Ma perché quest’anno i casi sono stati così tanti? Fortune Italia lo ha chiesto a Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia molecolare responsabile dell’unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare Università Campus Bio-Medico di Roma. Lo scienziato, che sta studiando il West Nile virus (i suoi lavori sono in attesa di pubblicazione) dal punto di vista animale e umano, spiega il fenomeno chiamando in causa “l’anticipo dell’estate e la siccità“.

“Quest’anno i casi sono stati davvero numerosi, concentrati in alcune aree. Ricordiamo che il West Nile virus – dice Ciccozzi – è trasmesso dalla zanzara normale, la Culex, che dopo aver punto un animale infetto, passa il patogeno all’uomo. La prevenzione consiste nell’eliminare le zanzare, utilizzando repellenti o attivando la disinfestazione, che però deve essere regolare e prolungata. Ebbene, le temperature di quest’anno, particolarmente elevate fin dal mese di aprile, combinate con la siccità, hanno fatto proliferare le zanzare“.

“Stiamo studiando in particolare l’effetto della temperatura: questa estete le zanzare sono aumentate ovunque, anche perché la disinfestazione è arrivata, di fatto, in ritardo. Il caldo è ‘esploso’ prestissimo ed è stato costante. Possiamo dire che l’estate è arrivata un mese e mezzo prima rispetto al solito. La natura, insomma, ha anticipato l’avvento delle zanzare”.

Anche la siccità ha giocato un ruolo, avverte l’esperto. “Le piccole riserve d’acqua sono ideali per la proliferazione di questi insetti, che vi depongono le uova”.

Ma quanto dovrà scendere il termometro per ostacolare le zanzare, mettendo un freno ‘naturale’ alla loro diffusione e, di conseguenza, al West Nile virus? “Servono dai 18 gradi in giù, senza umidità. Le piogge dei giorni scorsi hanno peggiorato la situazione”, sottolinea l’epidemiologo che, in assenza di un vaccino, evidenzia l’importanza di disinfestazioni regolari e uso di repellenti. 

I numeri in Italia

Dall’inizio di giugno 2022 sono stati segnalati 386 casi confermati di infezione da West Nile Virus  nell’uomo (301 nell’ultimo bollettino); di questi 192 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (23 Piemonte, 14 Lombardia, 100 Veneto, 4 Friuli-Venezia Giulia, 46 Emilia- Romagna, 3 Toscana, 2 Sardegna), 61 casi sono stati identificati in donatori di sangue (6 Piemonte, 17 Lombardia, 24 Veneto, 13 Emilia-Romagna, 1 non indicato), 127 casi di febbre (1 Piemonte, 9 Lombardia, 106 Veneto, 8 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 1 caso importato dalla Spagna) e 6 casi sintomatici (1 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia).

Inoltre sono stati notificati 22 decessi (13 in Veneto, 4 in Piemonte, 3 in Lombardia e 2 in Emilia- Romagna). Nello stesso periodo sono stati segnalati 4 casi confermati di Usutu virus – un’infezione aviaria di origine africana estremamente rara negli esseri umani, trasmesso dalla zanzara  Culex – 3 in donatori di sangue (2 Friuli- Venezia Giulia, 1 Piemonte) e 1 caso di febbre (1 Emilia- Romagna).

Come prevenire il West Nile virus

Attualmente sono allo studio alcuni vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. L’Istituto superiore di sanità raccomanda di proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

– usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;

– usando delle zanzariere alle finestre;

– svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante;

– cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali;

– tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

“Il caso del West Nile virus non fa che confermare l’importanza di un approccio One Health quando si parla di salute: la prevenzione deve essere essere declinata anche nell’animale, perché siamo strettamente collegati, e le infezioni come questa ce lo mostrano chiaramente”, conclude Ciccozzi.

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