Specialisti italiani, oncologia fuori dai programmi elettorali

Esmo 2022
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Qui in Francia, la nazione che ospita la prima edizione del Congresso europeo di oncologia (Esmo), di nuovo in presenza dopo la pandemia, di crisi energetica non si parla. A loro, autarchici energetici grazie al nucleare, le minacce di Putin non fanno paura. “A noi italiani invece – ammette a Fortune Italia Giuseppe Curigliano, ordinario di Oncologia all’Università di Milano, componente del direttivo Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo Ieo – il caro-bollette preoccupa molto, per le ricadute che avrà anche nel comparto sanitario e soprattutto sulla ricerca”.

E non a caso il tema portante, il leitmotiv di questo congresso internazionale da 20mila presenze fisiche e 5mila da remoto, è proprio quello della ‘sostenibilità’, nelle tante sfaccettature che la parola assume, quando applicata ai sistemi sanitari. E a sottolineare il messaggio veicolato dal sottotitolo di Esmo 22, ‘ogni singolo gesto conta’, la presidente Esmo Solange Peters del Centre Hospitalier Universitaire Valudois (Svizzera) ha organizzato un’edizione dall’allestimento davvero minimalista, ‘no thrill’.

Uno dei temi portanti di questa edizione è la prevenzione, in versione 3.0, ‘di precisione’. E non solo perché di tumore ci si continua ad ammalare e a morire, ma anche perché la prevenzione è una strategia vincente anche in ottica di sostenibilità. Gli strumenti di screening e di diagnosi precoce stanno cambiando, affinandosi sempre di più per cercare di intercettare il cancro fin dallo stadio ‘molecolare’, quello delle cattive ‘intenzioni’ scritte nel Dna. “Ma i servizi sanitari – ammonisce la presidente Peters – devono attrezzarsi per prepararsi ad accogliere questa rivoluzione”.

Una rivoluzione che investe e impronta anche la ricerca di base e quella traslazionale. I risultati degli studi clinici potrebbero infatti arrivare sempre prima al letto del paziente, fin dalla fase 2, grazie ai risultati e agli strumenti di ricerca moderni, colmando dunque quel gap di 10-30 anni che separava la ricerca di base, dalle cure al letto del paziente, come è successo nel caso della tecnologia Crispr e degli inibitori delle cicline.

“Un altro messaggio di questo meeting – prosegue Curigliano – è che più investiamo in ricerca di base e traslazionale, maggiore sarà l’impatto sulla vita dei nostri pazienti. In questi momenti di crisi sanitaria e politica è importante non trascurare di impegnare parte del budget su ricerca e innovazione in tutti i settori. Tanto più innoviamo, meno saremo dipendenti dagli altri. Ma l’oncologia purtroppo è assente dai programmi di questa campagna elettorale. Si è parlato tanto di salute durante la pandemia, mentre oggi sempre scomparsa dalla conversazione”.

E la Cenerentola dei programmi elettorali è ancora una volta la prevenzione. “Abbiamo letto solo vaghi accenni alla necessità di riprendere gli screening interrotti durante la pandemia – sottolinea Saverio Cinieri, presidente nazionale Aiom – ma non vi è nessuna visione di sistema che ponga la prevenzione al centro della lotta contro il cancro, che deve includere anche la riduzione dei tempi di accesso ai farmaci innovativi e la maggiore diffusione dei test genomici. Nei programmi manca l’oncologia. Chiediamo alle coalizioni di considerare questi temi fondamentali. Solo così potremo salvare più vite e garantire la sostenibilità del sistema sanitario”.

“Ma serve anche un vero e proprio piano di recupero che parta dagli stili di vita sani: dieta corretta, attività fisica regolare e no al fumo – prosegue Curigliano -. L’esempio è rappresentato dal ‘Piano europeo di lotta contro il cancro’, approvato il 3 febbraio 2021 e articolato in dieci iniziative faro e molteplici azioni di sostegno. Per ognuna, sono individuati gli obiettivi, le risorse a disposizione e i tempi necessari”.

Il costo annuale dei tumori in Italia è di 19,3 miliardi di euro. In otto anni (2014-2021), nel nostro Paese, la spesa per i farmaci oncologici è passata da 2,3 a 4 miliardi di euro, con un incremento del 73%.

Ma l’impatto sulla salute delle persone è stato importante. La sopravvivenza per tumore a 5 anni è del 65% nelle donne e del 59% negli uomini (nel 2015 era rispettivamente del 63% e del 54%). Un risultato ottenuto grazie alle campagne di prevenzione e alle terapie innovative che consentono spesso di cronicizzare la malattia o di portare a guarigione, una parola finalmente sdoganata nel vocabolario dei tumori.

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