Covid, da noi crescono i ricoveri e in Europa inizia la nuova ondata

tampone Covid
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L’aumento della circolazione del virus Sars-Cov-2 in Italia si fa sentire sugli ospedali. Crescono ancora i ricoveri Covid, soprattutto nei reparti ordinari. In una settimana il numero dei pazienti è salito del 37%, come emerge dal nuovo reparto degli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso.

Un trend, in linea con quello registrato nella settimana precedente, e quasi completamente relativo ai pazienti arrivati in ospedale per altre patologie e trovati positivi al virus attraverso il tampone pre-ricovero (i cosiddetti ‘con Covid’). La quota di questi pazienti è cresciuta del 64%, contro il 6% dei ricoverati per Covid-19.

Le terapie intensive, invece, registrano solo un lieve scostamento: tre pazienti in più rispetto alla settimana precedente.

La situazione italiana

“Per ora l’impatto di questa ondata si sta vedendo sui ricoveri ordinari – commenta a Fortune Italia il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco – vedremo cosa accadrà con l’ulteriore incremento atteso”.

La crescita è “quasi del tutto a carico di pazienti positivi ma senza sintomi tipici di Covid, che arrivano in ospedale per curare altre malattie. Questo trend, se confermato – interviene il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – vorrebbe dire che ci troviamo di fronte a una endemizzazione di Covid-19: il virus circola molto, ma incontra le difese immunitarie della stragrande maggioranza della popolazione che ha ricevuto la vaccinazione e i richiami o ha già contratto l’infezione”.

“Questo non deve farci abbassare la guardia perché gli anziani e i fragili rimangono soggetti a rischio e sono proprio loro ad avere complicazioni, ecco perché è necessario ribadire l’invito alla vaccinazione con la quarta dose”, raccomanda Migliore.

La nuova ondata in Europa

Sulla stessa linea il commissario europeo Stella Kyriakides, il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge e il direttore dell’Ecdc, Andrea Ammon. “Anche se non siamo dove eravamo un anno fa – hanno affermato oggi in una dichiarazione congiunta – è chiaro che la pandemia di Covid-19 non è ancora finita. Purtroppo stiamo vedendo di nuovo aumentare gli indicatori in Europa, suggerendo che è iniziata un’altra ondata di contagi. Con l’arrivo dell’autunno e inverno, è prevedibile anche la recrudescenza dell’influenza”.

“Alla luce di tutto ciò, riconfermiamo la necessità di proteggere la salute delle persone, in particolare dei più vulnerabili, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, compresa la vaccinazione. Le misure di preparazione devono continuare nella Regione Europea, non dobbiamo abbassare la guardia”, avvertono Kyriakides, Kluge e Ammon.

Il caso delle terapie intensive

Tornando alla situazione italiana, nelle terapie intensive degli ospedali sentinella c’è una quota pari al 20% di pazienti no vax. L’età media dei non vaccinati si è abbassata a 59 anni e “il 100% di coloro che non hanno effettuato il vaccino e si trova ricoverato in rianimazione è affetto da patologie pregresse”, si legge nel report Fiaso. I pazienti vaccinati, invece, hanno un’età media molto più alta: 70 anni, nel 93% dei casi hanno altre patologie e nel 100% dei casi sono sprovvisti della quarta dose.

Il calo dei ricoveri pediatrici

Interessante il trend che arriva dai quattro ospedali pediatrici e dei reparti di pediatria degli ospedali aderenti alla rete sentinella di Fiaso. Nell’ultima settimana c’è stato un calo deciso di minorenni ricoverati con infezione da Sars-Cov-2: in sette giorni -38%. La fiammata legata alla ripresa delle scuole si è già interrotta?

Covid e influenza

A preoccupare, in vista dell’inverno, anche la potenziale co-circolazione di Covid-19 e influenza stagionale. Il pericolo di “una maggiore pressione sia sugli ospedali che sugli operatori sanitari, già stremati da quasi tre anni in prima linea nella pandemia”, non è affatto remoto secondo gli esperti europei.

“Dobbiamo evitare l’onere di questa co-circolazione sui nostri sistemi sanitari. Insieme alle misure di salute pubblica, la vaccinazione rimane uno dei nostri strumenti più efficaci contro entrambi i virus. Esortiamo i Paesi della regione europea a dare priorità alla protezione dei gruppi più vulnerabili, somministrando insieme vaccini contro l’influenza e Covid-19 quando possibile”, affermano Stella Kyriakides, Hans Kluge e Andrea Ammon. 

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