Influenza e febbre alta, ecco cosa fare

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Occhi lucidi, guance arrossate, voce che si abbassa e fronte che scotta. La febbre arriva all’improvviso e, soprattutto in questo periodo, può raggiungere valori elevati, preoccupando gli adulti e spingendo in pronto soccorso.

Ma in realtà la febbre “è un segnale positivo”. A dirlo a Fortune Italia è Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e direttore scientifico di Osservatorio Influenza, che spiega come gestire la temperatura elevata tipica dell’influenza da virus A/H3N2.

“La febbre – ricorda Pregliasco – è una reazione dell’organismo che mostra una capacità proattiva contro il virus. Alzare la temperaura rende il circolo sanguigno più veloce e favorisce l’attivazione della risposta immunitaria, mettendo in difficoltà il patogeno”.

I rischi per gli anziani

Proprio questo meccanismo può avere però pesanti conseguenze per gli anziani: “Aumentare il battito cardioaco, se il cuore è messo male, può portare a un danno importante”, avverte il virologo. Ecco perché ogni anno abbiamo un certo numero di vittime dell’influenza, soprattutto fra gli over 65.

Febbre e convulzioni nei bimbi

“Se la febbre di per sè è un segno buono, il rischio nel bambino sono le convulsioni, che possono essere legate alle temperature elevatissime”, continua l’esperto. “Il fatto è che i bimbi hanno una reazione immunitaria molto intensa, e può subentrare la convulsione“. Ecco dunque che in caso di febbre molto elevata, che non passa con gli anti-piretici “un passaggio dal medico o in ospedale può essere utile per una gestione della fase acuta”, dice Pregliasco.

Ma cosa sono le convulsioni, tanto temute dai genitori? Consistono in contrazioni brusche, involontarie e non controllabili dei muscoli. Non rappresentano di per sé una malattia, come ricorda l’Istituto superiore di sanità, ma la manifestazione di alterazioni dell’attività cerebrale provocate da diversi tipi di stimoli. Nei bambini, le convulsioni possono manifestarsi in concomitanza con il brusco aumento della temperatura corporea.

Se si ci si trova davanti a una persona con una crisi convulsiva, raccomanda l’Iss, ecco alcuni accorgimenti: non intervenire, se non per evitare che si faccia male (per esempio, allontanandola da luoghi pericolosi, come le scale); non immobilizzarla;
posizionarla con attenzione su un fianco, per evitare che inali saliva o vomito;
metterle qualcosa di morbido sotto la testa, non forzare l’apertura della bocca, non dare farmaci o liquidi per bocca; allentare gli indumenti intorno al collo, toglierle gli occhiali
osservare il tipo e la durata della crisi; mantenere la calma; non lasciarla sola, fino a quando le convulsioni siano cessate e abbia ripreso conoscenza.

Gli effetti della pandemia

Ma perché l’influenza quest’anno è così pesante? Il fatto è che i bimbi nati negli ultimi anni non hanno incontrato altri virus oltre a Sars-Cov-2: il loro sistema immunitario non è stato ‘allenato’.

“Ma anche gli adulti si sono disabituati a un malanno stagionale che può essere davvero pesante”. Nei più piccoli “a preoccupare deve essere la difficoltà respiratoria: si riconosce da un affossamento intercostale e dallo spostamento delle pinne nasali. Per fame d’aria – spiega Pregliasco – il bimbo cerca di inalarne più che può e allora lo sterno si infossa e il naso si apre. Ecco, questi segni sono spia del fatto che il caso deve essere gestito dal medico”.

Come gestire la febbre alta

Come gestire le temperature molto elevate? “Il paziente deve essere ben idratato; si può ricorrere agli anti-piretici se il termometro rileva una temperatura superiore a 38-38,5 gradi. Va bene attenuare i sintomi, ma non cancellarli. Per raffreddare l’organismo si può ricorrere alle spugnature con acqua fredda o alcol, che evapora velocemente e raffredda il corpo. Meglio evitare invece i bagni, che provocano un eccessivo sbalzo termico”, suggerisce Pregliasco.

Attenzione: “Se la situazione non migliora dopo tre-quattro giorni, oppure peggiora dopo un miglioramento iniziale, potrebbe esserci una sovrainfezione batterica. Ecco dunque che bisogna ricorrere al medico”.

“Se si ha ancora il pulsiossimetro, che abbiamo imparato a usare con Covid-19, può essere utile misurare la saturazione. Questo può aiutare a monitorare la situazione.

Un’ultima raccomandazione: febbre alta e difficoltà respiratorie possono essere spia di una bronchiolite”. A provocarla è il virus respiratorio sinciziale, particolarmente insidioso per bimbi piccoli e anziani e protagonista di un’epidemia in corso. “Ad allarmare deve essere il respiro “con un caratteristico fischietto. In questi casi può essere necessario un trattamento ospedaliero”, conclude l’esperto.

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