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Calza della Befana diversa per ogni età, ecco perché

calza Befana
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Colorate, griffate, colme di dolci, caramelle, piccoli doni e un po’ di carbone, le calze domani saranno protagoniste dell’ultima delle feste, l’Epifania.

“La calza della Befana è uno di quei riti che costituiscono le radici, importanti per costruire la storia di ogni persona: formeranno i punti fermi di riferimento indispensabili nei diversi passaggi della crescita del bambino in adolescente, giovane e adulto”. Parola di Italo Farnetani, ordinario di Pediatria dell’Università Ludes – United Campus of Malta, che sottolinea a Fortune Italia come la calza “assuma un significato diverso, a seconda delle età del bambino”.

I piccolini

“Da due a cinque anni, nella fase dello sviluppo delle operazioni mentali definita pre-operatoria, i bimbi non sono in grado di eseguire ragionamenti autonomi, ma solo di memorizzare ciò che vedono e vivono. Perciò – consiglia il pediatra – nella calza della Befana è bene inserire un oggetto nuovo, allegro, piacevole, così ogni anno si consoliderà la memorizzazione del ‘rito’ della calza”.

Alle elementari

Il primo cambiamento avviene “a sei anni, quando il bambino ancora crede all’esistenza della Befana ed è entrato nella fase delle operazioni concrete. Questo vuol dire – spiega Farnetani – che ragiona su ciò che vede, perciò inizia ad associare il piacevole ricordo della calza, costruito negli anni precedenti, al contenuto, cioè oltre a guardare la calza dall’esterno inizia ad essere (molto) attento a ciò che trova all’interno. Ecco perchè gli adulti devono iniziare ad avere una particolare attenzione nella scelta” dei riempitivi.

Rischio sovrappeso?

Oggi i bambini sono circondati da cibi e dolci in abbondanza. “Non si devono mettere a caso caramelle e dolcini oppure acquistare la calza già fatta senza valutarne il contenuto, ma al contrario è bene scegliere i dolciumi fra quelli che piacciono di più ai bambini, anche se talvolta sono proprio quelli sconsigliati per via del rischio sovrappeso. Quello che conta è infatti lo stile di vita generale e non la trasgressione durante le feste”, assicura il pediatra. “Ricordate poi che la cioccolata è sempre la più gradita”.

Quando non credono più nella Befana

A otto anni “il bambino inizia ad avere i primi dubbi sull’esistenza della Befana e a dieci anni non ci crede più nessuno, ma ormai i giochi sono fatti. Il bambino, che dai due anni in poi ha iniziato ad apprezzare la calza della Befana, secondo le proprie capacità di ragionamento mentale, l’ha resa una radice della propria storia personale ricca di affetto, di gioia e golosità”, dice Farnetani.

Da grandi

Dopo gli undici anni, “quando l’adolescente è entrato nella fase delle operazioni formali, riesce a ragionare su concetti astratti ed elaborare le idee. Ecco allora che potrà apprezzare la calza della Befana come espressione dell’affetto e dell’amore dei genitori e degli adulti”, assicura il pediatra.

Per capire l’importanza di questo elemento basti pensare “che a diciotto anni è più alta l’influenza della famiglia che quella del gruppo dei coetanei. Per questo consiglio a tutti i genitori, anche quando i figli non crederanno più nella Befana, di continuare a preparare la calza e di non smettere fino a quando non saranno certi che non la vogliono più”, raccomanda Farnetani. “Ci sono famiglie in cui i figli, già adulti e genitori a loro volta, amano trovare ancora la calza colma di dolci. E tutto sommato – conclude – va bene così”.

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