Obesità e adolescenti, fra chili di troppo e nuovi farmaci

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Non è solo un problema di immagine. I numeri dell’obesità sono in crescita, anche in Italia, dove coinvolge i giovanissimi. L’eccesso di peso favorisce la comparsa di altre malattie e riduce l’aspettativa di vita anche negli adolescenti, come ricordano i medici nella Giornata mondiale dedicata all’obesità.

La buona notizia è che la ricerca ha sviluppato delle terapie farmacologiche mirate, ora disponibili dai 13 anni. Ma attenzione: non devono essere viste come una ‘scorciatoia’,  come sottolineano gli specialisti che hanno stilato delle linee guida ad hoc.

I numeri in Italia

Nel nostro Paese abbiamo 6 milioni di italiani con obesità, circa il 12% della popolazione adulta (4° Italian Barometer Obesity Report). Ma l’eccesso di peso è ancor più diffuso: accomuna oltre il 46% degli adulti e il 26,3% tra bambini e adolescenti.

A livello territoriale emergono significative differenze, con punte del 31,9% al Sud e del 26,1% nelle Isole di bambini e adolescenti in eccesso di peso. L’obesità infantile è, insomma, una sfida irrisolta di salute pubblica che troppo spesso viene sottovalutata e ignorata da adulti e genitori.

Nel 2030 si calcola che saranno 253 milioni i bimbi in sovrappeso o obesi nel mondo, più di quelli colpiti da malnutrizione. In Italia, si stima che l’obesità sia presente nel 10% dei bimbi, circa 700mila fra i 5 anni e i 15 anni, e di questi, oltre 150.000 sono obesi grave e solo una piccola parte a causa di un difetto genetico.

Una malattia complessa

E’ importante essere chiari: “L’obesità non è una colpa né una scelta, ma una malattia cronica e complessa non del bambino, ma di tutta la famiglia – ha sottolineato Mariacarolina Salerno, presidente Siedp (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) e direttore dell’Unità di Pediatria Endocrinologica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli – L’obesità è caratterizzata da una alterazione della capacità di regolare il bilancio energetico in maniera efficiente”, con rischio di “complicanze come diabete, patologie cardiovascolari, ipertensione, steatosi epatica e una riduzione di fatto della sopravvivenza”.

Il trattamento farmacologico

Se fronte della terapia arrivano nuovi farmaci anti-obesità anche per gli adolescenti: comportano una riduzione del peso anche del 10% e si possono utilizzare a partire dai 13 anni. Ma alimentazione sana e attività fisica rappresentano ancora il trattamento di prima linea per risolvere il problema. Lo spiegano le nuove linee guida per il trattamento dell’obesità infantile messe a punto dalla Società scientifica.

“Dire che l’obesità è una malattia non significa che è sempre necessario un approccio farmacologico né tantomeno chirurgico – ha precisato Maria Rosaria Licenziati, segretario generaledella Siedp e direttore dell’Unità di Malattie Neuro-Endocrine e Centro Obesità dell’Aorn Santobono-Pausilipon di Napoli, coautrice delle nuove linee guida – Lotta alla sedentarietà e un’alimentazione sana degli adolescenti e delle loro famiglie rappresentano il primo tentativo da fare: l’importante è intervenire tempestivamente quando l’obesità non è grave per scongiurare, quando possibile, il ricorso al farmaco”.

Come e quando usare i farmaci

“Il primo step è sempre l’intervento sullo stile di vita, ma i consigli tipo ‘mangia meno e muoviti di più’ non servono a nulla – ha ammonito Claudio Maffeis, professore di Pediatria all’Università di Verona, direttore del Centro Regionale di Diabetologia e Obesità Pediatrica, primo autore delle linee guida – Per ottenere dall’adolescente modifiche dello stile di vita che siano incisive sul peso, è necessario operare un intervento strutturato e impegnativo che coinvolge la famiglia negli ambulatori dedicati al bambino e adolescente con obesità, effettuati da un’equipe multidisciplinare che comprende pediatra, dietista, psicologo”.

“In caso di fallimento, se l’obesità è severa o ci sono complicanze (intolleranza al glucosio, ipertensione arteriosa, steatosi epatica, trigliceridi o colesterolo alti), è necessario anche il ricorso ai farmaci, possibile a partire dai 12 anni. Il farmaco non sostituisce ma si affianca alla correzione dello stile di vita. Una possibilità che non avevamo – aggiunge Maffeis – e che ora è disponibile: farmaci che comportano una riduzione del peso anche del 10%. Poi, se nemmeno le medicine funzionano, si può considerare l’intervento chirurgico”, conclude Maffeis.

I medicinali disponibili in Italia

Attualmente sono due nel nostor Paese i farmaci autorizzati contro l’obesità anche per la fascia pediatrica: la setmelanotide, per alcune forme genetiche rare di obesità a partire dai sei anni in poi e la liraglutide per le forme di obesità comune a partire dai 12 anni in poi. Quest’ultimo è un analogo di un ormone gastrointestinale umano, il GLP-1 che agisce riducendo l’appetito.

Per sensibilizzare ragazzi e famiglie sull’importanza di uno stile di vita sano e per prevenire obesità e sovrappeso, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica sabato 4 marzo –  dalle 9 alle 13 – promuove l’iniziativa, dal titolo “Bambini in piazza per la Salute”, in quattro città italiane, con il supporto dell’Unione Italiana Sport per tutti; previste visite gratuite, consigli e indicazioni pratiche.

Le tappe dell’iniziativa

NAPOLI: Piazza Dante

PARMA: Parco della Cittadella

GENOVA: Area giochi del Porto Antico “Il Giardino di Betty” (Piazzale Mandracchio)

MESSINA: Piazza Unione Europea (Piazza Municipio).

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