Glaucoma, identikit e controlli da fare

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È il ‘ladro silenzioso della vista’ e colpisce oltre un milione di italiani. Così gli specialisti definiscono il glaucoma, una patologia che senza dare sintomi particolari determina danni al nervo ottico che portano a una progressiva perdita della vista.

Proprio per questa assenza di campanelli d’allarme il glaucoma probabilmente interessa molte più persone, ignare della propria situazione. Seconda causa di cecità dopo il diabete, nel causo del glaucoma è fondamentale la diagnosi precoce e la prevenzione, che dovrebbe iniziare intorno ai 50 anni con la misurazione della pressione oculare. E oggi anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale. Facciamo il punto sulla prevenzione e sulla terapia insieme al dottor Guido Caramello, membro del comitato direttivo dell’Associazione Italiana per lo studio del Glaucoma.

Guido Caramello

Dottor Caramello, cos’è il glaucoma?

È una malattia cronica subdola, perché non dà alcun sintomo. Può iniziare a presentarsi in età non molto avanzata. Un glaucoma cronico semplice, privo cause genetiche evidenti, può manifestarsi già intorno ai 50 anni. Questa è l’età in cui la popolazione generale dovrebbe iniziare a farsi misurare la pressione intraoculare. Elevati valori pressori sono la causa scatenante della malattia e della sua evoluzione.

C’è correlazione tra la pressione sanguigna e quella intraoculare?

No. L’occhio ha una sua propria pressione dovuta alla presenza di liquido proprio formato a livello oculare. Questo liquido deve drenare dall’occhio, uscendo da un piccolo filtro. Una struttura viva che modula questo drenaggio, mantenendo la pressione ideale dell’occhio.

Quali sono i livelli pressori non patologici dell’occhio?

La pressione intraoculare dovrebbe essere compresa tra i 10 e 20 millimetri di mercurio. Quando si va al di sotto di questi valori, si hanno problemi di vista. Se li oltrepassiamo si innesca un processo di danno strutturale al nervo ottico e di danno vascolare alla microvascolarizzazione del nervo stesso. I microvasi sanguigni subiscono una sclerosi molto prima di quanto potrebbe accadere per il normale invecchiamento.
Ogni persona ha una pressione target dei propri occhi. Alcuni non hanno problemi anche con 22 millimetri di mercurio, altri devono mantenerla sotto i 15. Purtroppo se la pressione no è stata adeguata e ha provocato danni si rileva sono in età avanzata.

Quanto è diffuso il glaucoma nella popolazione?

In Italia abbiamo oltre un milione di persone con glaucoma. A causa dell’assenza di sintomatologia specifica molte persone ne sono affette, senza saperlo. E arrivano a 70 anni prima di rendersene conto. A livello mondiale è la seconda causa di cecità dopo il diabete.

Esiste una incidenza differente del glaucoma tra uomini e donne?

No. Questa patologia è ‘democratica’ ed è indifferente al genere della persona.

L’ipertensione oculare interessa uno solo o entrambi gli occhi?

Generalmente entrambi. Inizia in uno e poi interessa anche l’altro.

È possibile guarire questa patologia?

L’ideale è evitare che questo processo degenerativo si inneschi. A seguito dell’aumento della pressione si genera un danno al nervo ottico che determina una danno al campo visivo. Diversamente rispetto alla cataratta, una volta che il danno c’è non è reversibile. Intervenire, farmacologicamente o chirurgicamente, su un glaucoma ha solo lo scopo di stabilizzare la pressione intraoculare e quindi stabilizzare il danno.

Come si interviene?

Qualora si rilevi una pressione non adeguata per evitare danni al nervo ottico, si inizia una terapia ipotonizzante, con colliri che abbassano la pressione intraoculare. Analogamente ai farmaci per tenere sotto controllo la pressione sistemica, anche nel caso dell’occhio i colliri sono da assumere per tutta la vita.

In caso i colliri non riescano a controllare la malattia anche dal punto di vista funzionale, cioè tenere a bada la pressione ma non l’evoluzione della patologia (questo si valuta ad esempio con esami specifici e molto avanzati per valutare il campo visivo e della forma della testa del nervo ottico), bisogna intervenire chirurgicamente.

La difficoltà nella chirurgia del glaucoma è quella di personalizzarla in modo che sia il più adatta possibile al singolo caso di glaucoma e di occhio. Non tutti gli occhi e tutti i glaucomi possono essere trattati con la stessa chirurgia. A seconda della situazione noi chirurghi possiamo scegliere le soluzioni mininvasive (micro incision glaucoma surgery) che cercano di aumentare il deflusso naturale del liquido oculare introducendo dei device che favoriscono lo scarico in prossimità del filtro naturale. Oppure le chirurgie filtranti, che fanno in modo che l’umore acqueo dell’occhio sia scaricato sotto la congiuntiva. Ancora, abbiamo la chirurgia non perforante, in cui si riesce a fare uscire questo liquido attraverso una membranella che il chirurgo lascia appositamente, riducendo moltissimo le complicanze legate all’atto chirurgico.

L’intervento chirurgico è risolutivo nel tempo?

Vorremmo fosse così. Il fatto è che si opera su un tessuto umano che evolve. L’obiettivo è che lo scarico che il chirurgo mette a punto non si chiuda e rimanga funzionale nel tempo.
Prima della chirurgia e della terapia medica, così come in fase terminale della malattia si può intervenire anche con il laser. All’inizio per ritardare l’inizio della terapia con colliri. Alla fine, anche dopo fallimento con terapia chirurgica, il laser interviene distruggendo il tessuto che produce il liquido all’interno dell’occhio.

Quindi l’unico modo per evitare danni gravi è la prevenzione. Ogni quanto è bene consultare il proprio oculista?

Se non c’è familiarità per il glaucoma, è sufficiente una vista specialistica oculistica circa ogni due anni. Invece, è bene controllarsi ogni anno in caso un parente stretto abbia sviluppato il glaucoma.

In molte branche della pratica medica oggi entra da protagonista l’intelligenza artificiale. È così anche nel caso dell’oftalmologia che guarda al glaucoma?

L’intelligenza artificiale in gioco nella valutazione statistica accurata della presenza di danni precoci attinenti al quadro clinico del glaucoma. Attenersi solo ai valori pressori intraoculari infatti non è di per sé sufficiente per diagnosticare un glaucoma e stabilire una terapia farmacologica continuativa o all’intervento chirurgico.

L’intelligenza artificiale a supporto della valutazione del glaucoma da parte dell’oculista si concretizza tra l’altro nell’imaging. In particolare, nel processo di valutazione della testa del nervo ottico del paziente, che può essere paragonato alla media delle forme del nervo ottico precedentemente fotografate in altre persone. Analogamente, riusciamo a sapere qual è lo spessore delle fibre nervose del paziente e a paragonarlo con altre centinaia o migliaia di esami eseguiti precedentemente, proprio grazie ad algoritmi dell’intelligenza artificiale. Ciò permette talvolta di diagnosticare il glaucoma anche quando i valori della pressione intraoculare non sarebbero indicativi di questa condizione.

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