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Tumore al polmone, racconti di vita che diventano un film

Gilead

Raccontare la malattia. E’ una buona ricetta per aiutare se stessi. E per dare forza agli altri, a chi si prende cura. Perché condivisione e speranza sono fondamentali per chi affronta l’esperienza di una patologia, con l’opportunità di definire un percorso che sia di supporto per tutti. Anche e soprattutto sfruttando mezzi di comunicazione coinvolgenti, caldi e che permettano di toccare immediatamente mente e cuore.

Così anche le tante sfaccettature non solo umane ma anche biologiche, del tumore polmonare possono diventare una narrazione che, attraverso la forza dirompente del linguaggio cinematografico, si trasforma in patrimonio comune. E’ un messaggio ricco di positività e di umanità quello che emerge da “Oltre il mare”,  film documentario realizzato da Sanofi insieme a WALCE Onlus – Women Against Lung Cancer in Europe, partner del progetto e a Rufa – Rome University of Fine Arts, l’Accademia di Belle Arti di Roma.

La pellicola diventa una sorta di strumento di condivisione, capace di puntare i riflettori sul delicato tema del tumore al polmone attraverso uno stile narrativo inconsueto e punti di vista originali, personali, veri.

Prevenzione e  diagnosi precoce sono i due caposaldi nella sfida alla patologia. E i racconti di “Oltre il mare” mostrano la vita. Raccontano l’esistenza quotidiana di Aldo, Carlotta e Roberto, i tre protagonisti della pellicola. 

Sono tre esperienze, tre percorsi, tre vite diverse. Che in qualche modo si sovrappongono tra incertezze, paure e speranze. “Oltre il mare” racconta come il tumore al polmone sia entrato prepotentemente nella vita di Aldo e Roberto – tutt’ora affetti dalla patologia – e Carlotta che, sebbene ne sia guarita, testimonia come un avvenimento del genere non possa mai veramente smettere di influenzare ogni parte della propria esistenza.

 

L’importanza del progetto la spiega tutta Silvia Novello, presidente WALCE, ordinario di Oncologia Università di Torino e responsabile del SSD Oncologia Polmonare dell’A.O.U. San Luigi di Orbassano. “WALCE nasce per sensibilizzare sull’aumento dell’incidenza del tumore al polmone tra le donne, ma oggi ci confrontiamo con tutti gli interlocutori e offriamo supporto alle persone che soffrono di questa malattia e i loro cari su molteplici livelli e da molteplici punti di vista. È stato, quindi, naturale fin da subito sposare questo progetto e farne parte, grazie alla partecipazione di Stefania Vallone, il segretario dell’Associazione e caregiver di Carlotta. I pazienti che si rivolgono a noi, con cui siamo in contatto costante, sia nei loro momenti di dolore che in quelli di gioia, sono parte della nostra realtà, e poter trasmettere le loro e le nostre sensazioni su pellicola è stata un’opportunità davvero preziosa che ci ha permesso di fare luce su questa tematica in un modo originale e toccante”.

C’è molto da fare, insomma, per raccontare la patologia. Ed è compito dell’industria farmaceutica sostenere iniziative di questo tipo. Marcello Cattani, presidente e Ad di Sanofi, punta molto sul messaggio transgenerazionale con il linguaggio senza tempo del cinema. “Abbiamo scelto di collaborare con WALCE Onlus per la competenza e la sensibilità con cui affianca e sostiene le persone affette da tumore al polmone – ha detto – e siamo fieri di aver investito sui giovani artisti di Rufa, che hanno saputo mettere in una prospettiva esclusiva e inaspettata il vissuto di questi pazienti, analizzando come cambia il loro approccio alla vita e come incide sui rapporti con le persone che ci circondano”.

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