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Anziani, ‘sentinella’ tech anti-cadute in casa

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Qualche tempo fa, una ricerca apparsa su ‘Jama’ ha perfettamente fotografato una realtà su cui riflettere, in termini di programmazione per l’assistenza socio-sanitaria. Dopo i 65 anni, quasi una persona su tre inciampa, scivola, mette un piede in fallo. E non bisogna andare su sentieri accidentati per vedere queste situazioni. Basta analizzare quanto accade in una casa abitata da anziani.

Solo che è difficile monitorare attimo per attimo i movimenti più o meno fallaci di una persona anziana, le insicurezze, i rallentamenti e gli ostacoli improvvisi, magari da superare nella terza età ma nemmeno percepiti quando si è in perfetta forma, che possono provocare una caduta. E, con essa, traumi in grado di rappresentare veri e propri eventi “disrupting”, creando per gli anziani un prima, di completa autonomia, ed un dopo, in cui si perde progressivamente l’autosufficienza.

Le moderne tecnologie possono consentire di ottenere un controllo sempre più costante e anche di cogliere i primi segnali d’allarme che possono indirizzare verso una maggior attenzione nella definizione di un’abitazione intelligente.

Magari sfruttando dispositivi indossabili, che magliette, cerotti, bracciali che registrino i parametri fisici e offrano informazioni sul movimento del corpo nello spazio e su eventuali difficoltà nella gestione dei movimenti.

Va in questo senso una sorta di “sentinella” per la sicurezza degli anziani capace di cogliere attimo per attimo ogni mutamento nelle attività. Lo strumento, che riesce ad aggiornarsi grazie alla disponibilità dell’AI e quindi cresce con le informazioni che vengono costantemente immesse, è stato messo appunto da esperti dell’Università di Waterloo ed è stato presentato su IEEE – Internet of Things Journal.

Il sistema valutato dall’equipe coordinata da George Shaker si è dimostrato in grado, stando a quanto riportato, di fare da fido e silenzioso compagno di ogni attività della persona. E senza il bisogno di un dispositivo indossabile, visto che i meccanismi di rilevazione e controllo si basano su sistemi radio a onde millimetriche a bassissima potenza abilitati dall’apprendimento automatico.

Questi possono essere impiegati nelle case, negli ospedali e nelle strutture di assistenza a lungo termine. Ma non basta. In qualche modo il sistema è in grado di avvisare gli operatori sanitari di eventuali perdite di equilibrio e conseguenti cadute, senza aver bisogno di impiantare telecamere nelle abituazioni o comunque nelle stanze in cui vive la persona che ha necessità di essere seguita.

Tutto parte da un trasmettitore senza fili che invia forme d’onda a bassa potenza attraverso uno spazio interno, come una stanza di cura a lungo termine, un appartamento o una casa. Queste onde ovviamente rimbalzano in base agli oggetti che incontrano e alle persone che intercettano inviando segnali che possono essere recepiti da un ricevitore, a sua volta collegato a una Intelligenza Artificiale che apprende costantemente quanto avviene. Risultato: tutto viene registrato e si rileva. Dalle abitudini fino al riposo, alla Tv e alla frequenza nella minzione e nell’evacuazione, in pratica, grazie alle onde si ha una cartella clinica in costante aggiornamento che può aiutare a prevedere i rischi per l’anziano sia in termini di traumi che di episodi infettivi o disidratazione.

Smart Home sempre più vicina? Forse. Come questo prototipo, tanti altri se ne stanno sviluppando. L’importante è capire che sociale e sanitario andranno sempre più fianco a fianco. E che la tecnologia sarà l’atout che permetterà di monitorare le persone. In modo sempre meno invasivo. E nella loro abitazione.

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