L’Abruzzo del pharma, 4 big per un export da 800 mln

Marcello Cattani pharma
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Abruzzo terra di trabucchi e pharma. Con oltre 800 milioni di euro di export nel 2022 (+172% negli ultimi 5 anni, pari a circa il 10% dell’export manifatturiero della regione e al 75% dell’export hi-tech regionale) e 1.300 addetti diretti (tremila se si considerano anche i settori fornitori), i numeri espressi dalla regione sono importanti, anche grazie alla presenza di big del settore come Alfasigma, Dompé, Menarini e Sanofi.

I dati sono stati presentati nel corso del roadshow di Farmindustria ‘Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere’, all’Aquila presso il polo farmaceutico in Via Campo di Pile nell’auditorium Dompé.

“L’Abruzzo – ha detto Marcello Cattani, presidente di Farmindustria – è un territorio paradigmatico dell’industria farmaceutica in Italia, sia per la capacità di resilienza e la voglia di guardare al futuro, come dimostrato dopo il tragico terremoto del 2009.
Sia per la presenza di molte aziende, radicate nel territorio da anni, diverse e sempre innovative, a capitale italiano o internazionale, che rappresentano tutte il Made in Italy e creano opportunità di buona occupazione e rapporti sinergici con le aziende locali dell’indotto”.

Le province del pharma

Proprio l’Aquila, insieme a Pescara, è fra le principali province in Italia sia per numero di addetti nella farmaceutica sul totale, sia per incidenza degli addetti sul totale manifatturiero della provincia. Per avere un’idea, all’Aquila l’export della farmaceutica è cresciuto del 58% e il settore è primo, con il 53% dell’export manifatturiero nel 2022 (44% nel 2021).

Non solo: in Abruzzo – sottolineano da Farmindustria – la produttività del lavoro del pharma è superiore a quella di Paesi come Germania, Francia o Spagna. A fronte di un’occupazione pari all’1,6% del totale regionale, il valore aggiunto è del 6,1%. Una caratteristica che consente di incrementare gli addetti di qualità con una remunerazione superiore a quella della media manifatturiera in Abruzzo e, quindi, maggiore capacità di spesa che si rivolge prevalentemente al territorio.

Le potenzialità

Ebbene, la buona notizia è che le imprese del settore vogliono continuare a investire in questa Regione, perché – è stato detto all’Aquila – credono nella sua potenzialità e in quella dell’Italia, “che dopo l’emergenza pandemica ha visto un nuovo aumento del’aspettativa di vita. La convincione è che questa sia “una fase cruciale per il nostro settore”, ha affermato il presidente di Farmindustria.

Da un lato ci sono le opportunità di investimenti a livello internazionale: tra il 2023 e il 2028 gli investimenti in R&S farmaceutica raggiungeranno i 1.600 miliardi di dollari a livello globale. Con una pipeline che oggi è già di oltre 20.000 prodotti in sviluppo sempre più tecnologici e personalizzati.

Dall’altro però ci sono i rischi di una concorrenza internazionale altissima, forti politiche di attrazione investimenti da parte degli altri Paesi e il peso degli aumenti dei costi, che incidono negativamente sulla marginalità del nostro settore, come confermano recenti dati Istat e Confindustria.

La strategia

Per questo, secondo il presidente di Farmindustria, è il momento di “alzare ancora di più l’asticella” e di riconoscere il ruolo strategico dell’industria farmaceutica per salute, investimenti, occupazione e sicurezza nazionale.

“Abbiamo bisogno – sottolinea Cattani – di finanziamento della spesa e regole adeguate alla domanda e all’innovazione e compatibili con la sostenibilità della presenza industriale: un quadro attrattivo per investimenti in ricerca e produzione e un contesto regolatorio con procedure veloci e flessibili per un rapido accesso alle cure”.

Il Governo, in Italia e in Ue, “sta facendo la sua parte – ad esempio con i decreti attuativi sugli studi clinici e con la posizione pro-innovation sulla proposta di revisione della legislazione europea – per rafforzare l’attrattività del Paese. Chiediamo di continuare su questa strada e, se ci saranno segnali concreti a breve, l’industria farmaceutica è pronta ad investire ancora di più”, ha detto il presidente di Farmindustria.

Alfasigma

Lo stabilimento di Alanno, vicino Pescara, nasce nel 1984 e rappresenta un polo di eccellenza del territorio. Con oltre 400 persone dedicate a produzione e servizi annessi, l’impianto, che si articola su una superficie totale di 128.500 mq, è suddiviso in 11 dipartimenti ospitati in 7 edifici che annualmente producono 55-60 milioni di confezioni, 600 milioni di compresse/capsule e 85 milioni di dosi iniettabili (liquidi e liofilizzati). 

Questo impianto farmaceutico altamente tecnologico ha conosciuto un’ulteriore espansione tra il 2018 e il 2021, con l’aggiunta di due nuovi reparti sterili, uno dei quali ha potenziato la produzione di siringhe pre-riempite e flaconcini per oltre 40 milioni di unità all’anno, mentre l’altro è stato specificamente progettato per la produzione di polveri sterili. L’investimento è stato di 20 milioni di euro. 

Recentemente l’impianto è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco per la produzione di prodotti immunologici come i vaccini. Un importante traguardo che permetterà di ampliare le prospettive di crescita nel prossimo quinquennio. 

Dompé

Nel 2023 si celebrano i 30 anni dello stabilimento produttivo inaugurato nel 1993 all’Aquila dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini. Il polo concentra le sue attività sulla ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci di origine sintetica e biotecnologica. Le linee di confezionamento dei farmaci di sintesi sono in tutto sette: due linee per le bustine, tre linee per gli stick e due linee per i liquidi per i prodotti tradizionali. La Contract Development and Manufacturing Organization (Cdmo) dello stabilimento dell’Aquila è specializzata nella produzione di proteine terapeutiche e vaccini.

Il Cdmo produce anche soluzioni per altre aziende biotecnologiche in Europa e Nord America. Dai 170 mila metri quadrati dello stabilimento aquilano escono 45 milioni di confezioni di farmaci distribuite in tutto il mondo in più di 23 Paesi. Oggi questo sito  produce più di 1500 tonnellate di granulato, oltre 2 milioni di litri di gocce e sciroppi per un totale di circa 700 milioni di dosi l’anno e circa 4 astucci al secondo.
Sul fronte green è stata avviata la costruzione di un impianto di trigenerazione di ultima generazione (alimentazione ibrida), in grado di autoprodurre il 70% circa dei consumi energetici del sito.

Menarini

Inaugurato nel 1994, Menarini Manufacturing Logistics and Services all’Aquila è il terzo sito più grande del Gruppo in termini di volumi, con una produzione annuale di circa 73 milioni di confezioni per un totale di 1,6 miliardi tra compresse e capsule, distribuite in 60 Paesi.

Lo stabilimento produce solidi orali principalmente nell’area cardiovascolare, gastroenterologica e allergologica, e conta su tecnologie produttive innovative in linea con il programma Industry 4.0, con importanti obiettivi di sostenibilità. Con 170 dipendenti e un management composto per il 60% da donne, il sito Menarini ha registrato nel 2022 una crescita occupazionale di quasi il 15% rispetto al 2019, con un aumento del 4% dell’occupazione femminile.

Sanofi

Quello di Scoppito (AQ) è un sito specializzato nella produzione e nel confezionamento di farmaci solidi orali su larga scala. Nel 2022 lo stabilimento ha prodotto 3,3 miliardi di compresse e 76 milioni di capsule soft gel, per un totale di 124 milioni di confezioni, per il 50% destinate all’esportazione. Altamente automatizzato, lo stabilimento si estende su una superficie di 233mila mq e impiega più di 300 persone altamente qualificate.

Il nuovo reparto Columbus high potent workshop, al 100% digitalizzato, è destinato a trasformare lo stabilimento abruzzese in un centro di eccellenza mondiale per il lancio di small molecules ad alto contenimento, destinate secondo Sanofi a rivoluzionare l’approccio ad alcune malattie rare, oncologiche e autoimmuni. A Scoppito le molecole verranno industrializzate per poi poter essere prodotte in ampi volumi.

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