Pharma in salute, in Italia cresce la spesa ospedaliera

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Le grandi crisi della nostra epoca non hanno minato la solidità del pharma. E a dircelo è – anche – l’analisi dello shopping nel settore.

Nonostante il rallentamento a livello globale delle operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions) che ha caratterizzato la seconda metà dello scorso anno, il settore Healthcare e Life Science ha archiviato un 2022 che per il comparto è il secondo miglior anno di sempre, sia in termini di volume che di valore delle operazioni, a quota 90 miliardi di dollari. Un dato in calo rispetto ai 151 miliardi di dollari registrati nel 2021, certo, ma comunque superiore di oltre 10 miliardi di dollari rispetto all’anno migliore prima del 2021.

E’ la fotografia che emerge dal 12° Report annuale Global Healthcare Private Equity and M&A di Bain & Company. “L’attività di M&A e la crescita inorganica si confermano leve fondamentali nel Pharma e Lifescience e, per quanto in calo rispetto al record registrato l’anno precedente, il 2022 rappresenta il secondo miglior anno”, commenta Valerio Di Filippo, Senior Partner e responsabile italiano Healthcare e Lifescience di Bain & Company.

I trend

In tema di ‘matrimoni’ e acquisizioni nel pharma “stanno emergendo alcuni trend: crescente interesse per i deal di scopo che, per loro natura, sono più complessi e richiedono competenze specifiche sia in fase di valutazione che di integrazione. Poi, la situazione macroeconomica sta generando una contrazione delle valutazioni, che accompagnata alla contestuale crescita dei tassi di interesse rende i deal da un lato più appetibili e dall’altro più costosi, aprendo finestre interessanti per le aziende acquisitive e con disponibilità di cassa che abbiano approccio proattivo. Infine, l’incremento di valore nel mondo Lifescience è sempre stato legato al miglioramento dei multipli, che invece ora mostrano un trend di stabilità. Decisiva per la creazione di valore sarà, quindi, la crescita e il miglioramento dell’efficienza”, dice Di Filippo.

L’appeal della biofarmaceutica

Tra le 10 principali operazioni registrate lo scorso anno, sei hanno riguardato il settore biofarmaceutico, le scienze della vita e i servizi correlati. All’interno di questi segmenti, negli ultimi cinque anni sono state realizzate oltre 600 operazioni di buyout nel settore sanitario a livello globale. Nel 2023 la concorrenza per questi asset “sarà forte e le valutazioni sono in rialzo”, anche nell’attuale contesto macroeconomico, dicono da Bain & Company.

Intelligenza artificiale e IT

Il 2022 è stato l’anno dell’intelligenza artificiale, esplosa soprattutto per il segmento imaging. Anche l’IT in ambito sanitario continua a registrare performance positive. Nonostante l’assistenza sanitaria abbia tradizionalmente speso poco in tecnologia, nel 2022 il volume delle acquisizioni di informatica sanitaria (HCIT) è stato il secondo più alto mai registrato. Nell’ambito dell’IT biofarmaceutico, l’interesse è per le aziende che utilizzano questi strumenti a supporto della produttività del flusso di lavoro e ridurre la durata degli studi clinici.

Il pharma italiano

Per quanto riguarda l’Italia “l’outlook è positivo per le aziende farmaceutiche del nostro Paese, che – dice l’esperto –  sono sempre più protagoniste anche nell’ambito M&A, come dimostrano i diversi deal registrati nel corso degli ultimi mesi. Tuttavia – avverte – rimangono alcune sfide cruciali per uscire vincitrici dal contesto di incertezza: focus su innovazione e nuove tecnologie, messa in sicurezza della Supply Chain e miglioramento dell’efficienza, posizionamento strategico (e non solo difensivo) in ambito Esg, pieno sfruttamento delle potenzialità legate al digitale ed evoluzione verso modelli sempre più focalizzati su medico e paziente”.

Cresce la spesa farmaceutica ospedaliera

In base ai consumi di farmaci nei primi mesi del 2023 rilevati da Iqvia, la spesa farmaceutica ospedaliera nel 2023 in Italia oltrepasserà nuovamente il tetto programmato per legge, arrivando – secondo le stime – a circa 13 miliardi di euro,
+6% rispetto al 2022. Il tutto a fronte di un tetto (sotto)stimato a circa 9,7  miliardi di euro. Insomma, il disavanzo sarà di circa 3,3 miliardi di euro, +20% rispetto al 2022.

Una somma rilevante, di cui circa 1,6 miliardi dovranno essere ripianati dalle aziende farmaceutiche con il sistema del payback. La restante parte sarà pagata dalle singole Regioni in base allo specifico superamento del budget assegnato.

Quanto ai farmaci innovativi e agli innovativi  oncologici – che rientrano in un unico fondo separato da 1,2  miliardi di euro nel 2023 – Iqvia non prevede alcuno sforamento, ma anzi un avanzo di circa 300 milioni di euro. Infine la spesa convenzionata (ricetta rossa) è prevista in crescita di circa l’1,5% rispetto al 2022, a circa 8,1 miliardi di euro. Ma si manterrà all’interno del tetto programmato, generando un avanzo di risorse.

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