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Gen Z, vecchie e nuove dipendenze insidiano i giovanissimi. Parla Brusaferro (Iss)

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Vecchie e nuove dipendenze minacciano la salute dei giovanissimi italiani. Dal cibo (anoressia, ortoressia, bulimia, binge eating) ai videogiochi, dai social alla cannabis. ‘Condite’ da depressione e ansia sociale, insieme a un nemico che impedisce in troppi casi ai ragazzi di chiedere aiuto: la difficoltà di parlarne con mamma e papà.

Oltre due milioni di giovanissimi italiani sono in pericolo, ci dice l’ultimo studio Dipendenze comportamentali nella Generazione Z, frutto di un accordo tra il Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità. Per l’indagine sono stati intervistati, nell’autunno del 2022, più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale. La survey ha approfondito anche la relazione tra genitori e figli. E il quadro che emerge è decisamente allarmante. Cresce anche in Italia il fenomeno Hikikomori: gli studenti di 11-13 anni che hanno indicato di essersi isolati tutti i giorni negli ultimi 6 mesi sono stati l’1,8% – circa 30.175 alunni delle scuole medie – mentre la percentuale degli studenti di 14-17 anni è dell’1,6%, circa 35.792 alle scuole superiori. Ne abbiamo parlato con Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.

I genitori appaiono per lo più inconsapevoli. Perché oggi, nonostante i social e nuovi media, la differenza tra generazioni sembra insuperabile?

La distanza tra generazioni non è un fenomeno nuovo. Ciò che c’è di nuovo è la velocità con cui il fenomeno oggi si realizza generando continuamente cambiamenti significativi nell’arco di pochissimi anni. Cambiano le dinamiche relazionali, cambiano i linguaggi e gli strumenti utilizzati per comunicare, cambia la dimensione e la percezione della prossimità, cambiano le abitudini. Nel campo della salute i termini ‘precisione’ e ‘personalizzazione’ sono ormai comuni a significare la necessità di mettere a punto interventi mirati sul singolo o sui gruppi conoscendone abitudini, linguaggi, caratteristiche biologiche, ecc…

Da qui l’importanza degli studi e dei monitoraggi. Proprio i dati e le informazioni scientificamente solide ci aiutano ad acquisire la consapevolezza del nuovo scenario e dei suoi fattori favorenti e di rischio per la salute e a saperci adattare al meglio.

Quali sono le iniziative che Iss ha allo studio per quanto riguarda la salute e il benessere dei giovani?

L’Istituto, nell’ambito dei mandati che gli vengono affidati dal ministero della Salute e dal Ssn, ha quello di monitorare lo stato di salute della popolazione attraverso lo strumento delle sorveglianze. Tra queste, una parte rilevante è riferita a salute e benessere psicofisico delle fasce di età più giovani. Sono stati resi disponibili (consultabili presso il nostro sito web) dati relativi alla salute nei primi 1.000 giorni di vita, e alle diverse fasce di età, dai più piccoli (Okkio alla Salute) ai più grandicelli fino alla adolescenza, andando a esplorare specifici fenomeni talora nuovi. È il caso della survey sulla generazione Z dove si sono indagati nuovi fattori di rischio e nuove dipendenze. Raccogliere sistematicamente questi dati, monitorarli annualmente stratificandoli anche su base regionale, è un lavoro importantissimo: consente di comprendere meglio abitudini di vita e distribuzione dei diversi fattori di rischio per la salute nelle diverse fasce di età. Proprio grazie a queste analisi si possono impostare programmi e messaggi di prevenzione ma anche valutare l’impatto dei diversi programmi messi in atto. Investire per promuovere la salute e il benessere nei giovani vuol dire anche coinvolgere la famiglia la scuola e tutto il mondo dell’associazionismo per il tempo libero. Nell’ambito dell’attuale Piano nazionale della prevenzione, per esempio, abbiamo attivato diverse iniziative e progetti programmati in accordo con gli Istituti, coinvolgendo tutto il personale scolastico e offrendo un contributo metodologico per la costruzione dei materiali didattici finalizzati a valorizzare le competenze di coloro che sono coinvolti nella promozione di stili di vita salutari che vanno dall’attività fisica, all’alimentazione, al contrasto al fumo e all’alcol.

Abbiamo letto di vecchie e nuove dipendenze, ma quali segnali dovrebbero allarmare la famiglia?

Non dobbiamo mai smettere di ascoltare, osservare e dialogare con i nostri ragazzi.
È importante cogliere precocemente segnali anche deboli e transitori come modificazioni dell’umore (per esempio aumento di ansia, una maggiore tendenza a irritarsi con facilità o a isolarsi), un cambiamento delle abitudini alimentari in eccesso o in difetto, l’alterazione del ritmo sonno-veglia, così come la perdita di interesse verso lo sport o altre attività, ma anche un peggioramento repentino del rendimento scolastico. Se da un lato cogliere precocemente questi segnali è importantissimo, dall’altro è essenziale promuovere quotidianamente corrette abitudini e stili di vita in modo coerente nei diversi ambienti familiare, scolastico, ricreativo: è importante  organizzare le nostre giornate e le nostre attività garantendo un’alimentazione bilanciata, un’attività fisica e un ritmo sonno-veglia regolari, oltre a favorire e coltivare le relazioni interpersonali e sociali.

 

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