Bancel (Moderna): “Dai tumori alle malattie infettive, la nuova era dell’mRna”

Bancel Moderna
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Non solo Covid-19: dai tumori alle malattie infettive, fino a quelle cardiovascolari è iniziata una nuova era per la medicina grazie alla piattaforma a mRna. Parola di Stèphane Bancel, Ceo di Moderna, che ha parlato delle prospettive per l’azienda biotech statuniteste in un incontro a Roma con parte della stampa specializzata, nel quale si è parlato anche dei nuovi uffici italiani e delle intenzioni di Moderna di crescere nel nostro Paese. 

E questo grazie alla piattaforma a mRna. “Quella che fino ad alcuni anni fa era fiction, oggi è realtà: l’mRna – ha spiegato Bancel – è un messaggero che ti permette di fornire direttamente nelle cellule le istruzioni per produrre quello che serve“. Ogni filamento di mRna porta con sè le indicazioni per produrre una specifica proteina. Questo vuol dire che “non produrremo più un singolo farmaco, ma una piattaforma per trattare malattie diverse, dai tumori alla patologie immunitarie. Il trucco, in pratica, è capire come funziona la patologia e poi fare in modo che quello che serve finisca al posto giusto all’interno della cellula”, ha detto il Ceo di Moderna.

Al centro Bancel, a sinistra Chantal Friebertshaeuser, a destra Jacopo Murzi (General Manager Italia)

Una ricca pipeline e investimenti da 4,5 mld di dollari in R&D

Moderna è un’azienda giovane, ma negli ultimi 10 anni ha cambiato volto. Soprattutto grazie agli investimenti in R&D. “Nel 2023 investiamo 4,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo – ha precisato Bancel – Per l’anno prossimo la cifra dovrebbe restare su questi livelli”. Ma nel 2019, prima della pandemia, “ervamo a meno di 500 mln di dollari”, ha aggiunto il manager. Uno sforzo che “ci ha portato a una pipeline di 48 farmaci in sviluppo e 50 in laboratorio, con 30 vaccini in sviluppo contro diverse patologie”.

Bancel ha sottolineato anche l’investimento in produzione, che ha dotato Moderna di impianti integrati che consentono una rapida produzione clinica e commerciale su scala. Moderna ha stretto alleanze con un’ampia gamma di istituzioni e partner accademici, con l’obiettivo di una rapida scalabilità della produzione. “Questi investimenti ci stanno permettendo di sviluppare terapie e vaccini per malattie infettive, immuno-oncologia, malattie rare, malattie cardiovascolari e malattie autoimmuni”.

Dai tumori alle malattie cardiovascolari

Al recente Asco di Chicago l’azienda ha presentato i risultati della sperimentazione di un nuovo approccio contro il melanoma. L’associazione del pembrolizumab (immunoterapia anti-PD-L1) con il vaccino terapeutico mRna-4157 (V940) “ha ridotto del 65% il pericolo di comparsa di metastasi a distanza” e di mortalità nei pazienti con melanoma ad alto rischio, già sottoposti ad intervento chirurgico, rispetto al gruppo trattato con il solo pembrolizumab.

Quanto alle malattie cardiovascolari, “non studiamo un’altra statina – ha detto Bancel – ma una terapia a base di relaxina, una sostanza naturale prodotta dalle donne in gravidanza, che aiuta il tessuto cardiaco. Questa sostanza ha un’emivita rapida, invece stiamo testandone una” con una biodisponibilità differente, “per contrastare l’insufficienza cardiaca. Gli studi umani sono in corso, aspettiamo i dati, ma siamo ottimisti”. 

Vaccini anti-Covid

L’avventura di Moderna non è nata con Covid, ma certo c’è stato un cambio di passo. E adesso? “Covid-19 – sottolinea Bancel – vivrà con noi per sempre. Si tratta di un virus a Rna che sta” cambiando e sta “diventando simile all’influenza, ma continua a causare un tasso elevato di ricoveri e decessi fra anziani e fragili. Ecco, dobbiamo far capire alle persone che si tratta di una malattia seria per alcuni, contro la quale esistono degli strumenti“.

“Dobbiamo essere pronti a portare sul mercato un vaccino adattato alle nuove varianti – ha aggiunto Chantal Friebertshaeuser, Senior Vice President Europe, Middle-East, Australia and Canada di Moderna – Parliamo della variante XBB e in particolare di XBB1.5″, detta Kraken. Questo vaccino adattato a Omicron e in particolare a Kraken sarà disponibile per la campagna autunnale.

La questione dei brevetti sulla tecnologia a mRna

La biotech statunitense ha portato in tribunale Pfizer e il suo partner BioNTech, accusandole di aver usato per il loro vaccino anti-Covid una tecnologia che violerebbe illegalmente i brevetti depositati da Moderna fra 2010 e il 2016. Con cause legali sia negli Stati Uniti (Massachusetts), che in Germania (Düsseldorf). Fortune Italia ha chiesto a Bancel se ci fossero novità su questo fronte. “Come sapete i procedimenti sono in corso e non posso parlarne – ha spiegato il Ceo di Moderna – ma voglio solo ricordare che prima di produrre un vaccino anti-Covid sicuro e altamente efficace a tempo di record, avevamo già prodotto, con questa piattaforma a mRna, nove vaccini”, mentre i competitor non possono dire lo stesso.

AI e pharma

Se Bancel ha parlato di una nuova era dell’mRna per la medicina, è convinto che anche la farmaceutica stia facendo i conti con l‘intelligenza artificale. “Moderna sta usando l’AI per l’upgrade della produzione, per prevedere l’esito di alcune ricerche, per utilizzare al meglio la potenza dei Big Data, ma anche sul fronte commerciale – ha sottolineato il Ceo – Dobbiamo imparare a usare questa nuova tecnologia senza vergognarci di dire che non sappiamo farlo”.

Il futuro dell’mRna

Grazie alla digitalizzazione della medicina, Bancel spiega di avere in mente un approccio collaborativo con gli scienziati, che un domani potranno disegnare un vaccino a mRna contro una patologia, chiedere a Moderna di produrlo, farselo spedire e poi testarlo. Un approccio che l’azienda biotech sta già adottando nel caso di alcune collaborazioni con l’Istituto Pasteur a Parigi per un nuovo vaccino anti-tubercolosi. “Vogliamo creare un ecosistema che dialoghi con i migliori scienziati del mondo”.

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