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E’ tempo di mettere mano alla riforma del 118, parla Balzanelli (Sis 118)

Mario Balzanelli
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E’ tempo di mettere mano alla riforma del Sistema di Emergenza Territoriale 118. A sostenerlo è il presidente della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli, alla vigilia dell’incontro del Tavolo tecnico per la riforma dei Dm 70 e 77 in programma domani pomeriggio al ministero della Salute, a Roma.

Otto, spiega Balzanelli a Fortune Italia, sono i punti chiave per il futuro del 118, un servizio fondamentale in caso di  eventi tempo-dipendenti a rischio di vita, che sta fronteggiando ormai da tempo una serie di criticità.  E che deve evolvere se non vuole soccombere, per il bene dei cittadini e dello stesso Ssn.

I punti chiave

“Punto primo: non dobbiamo dimenticare che, quando si verifica un evento improvviso in cui la vita, da un momento all’altro, è in pericolo, è il 118 che viene in soccorso e che, nell’immediato, ti salva la vita”. Come dire: non sottovalutiamo il tema.

“Rinforzare il Sistema di Emergenza Territoriale 118 significa mettere in sicurezza la comunità intera: ci auguriamo che questo venga recepito a livello istituzionale e politico”, dice poi Balzanelli al punto due.

Tra 112 e 118

“Va garantito a chi si trovi in imminente pericolo di vita l’accesso diretto al 118 – spiega nel terzo punto – e questo senza passare dal 112, con rischio di perdite di tempo correlate al “doppio passaggio” tra Centrali Operative, potenzialmente catastrofiche quando anche un solo minuto guadagnato nel soccorso può fare la differenza la tra la vita e la morte. La permanenza in attività dei numeri di emergenza nazionali, rispetto all’introduzione nei Paesi membri dell’Unione Europea del numero 112 è prevista dalla legislazione europea, rappresenta il modello organizzativo seguito dalla maggioranza dei Paesi membri (60%), ed è fortemente raccomandata dalle linee guida scientifiche internazionali dell’European Resuscitation Council”.

Al Sistema di Emergenza Territoriale 118 “va riconosciuto l’inquadramento quale macrostruttura del massimo livello di complessità, quindi il livello dipartimentale – precisa al quarto punto – contestualizzato per ambiti di competenza provinciale, come previsto dal DPR del 27 marzo 1992, alla pari con tutte le altre realtà istituzionali preposte, secondo specifica competenza, alla gestione delle emergenze (quali Prefettura, Questura, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza).

Per Balzanelli inoltre “deve essere prevista in ogni provincia la Centrale Operativa 118, non una sorta di ‘call center’ come proposto negli anni precedenti – spiega illustrando in quinto punto – ma un centro di responsabilità, di governo clinico, di comando e controllo, di coordinamento capillare tutte le attività di Sistema, fortemente agganciato ai territori”.

La Centrale Operativa 118 deve invece conservare e potenziare il suo ruolo di “regolatore di flusso” di tutte le richieste di soccorso per problemi acuti, “in modo da indirizzare correttamente, dopo un triage telefonico, tutte le chiamate che verranno ritenute di competenza primaria delle Centrali Operative Territoriali delle cure primarie e delle Centrali della Continuità assistenziale”. Evitando un raddoppio o un rimbalzo delle chiamate da una Centrale all’altra. Inoltre Balzanelli va realizzato un “118 connesso con una rete di telemedicina che veda la Centrale Operativa interagire in tempo reale con i vari scenari del soccorso e le postazioni mobili e fisse del Sistema da una parte, ma anche le unità operative di area critica ospedaliera dall’altra”.

Complesso il settimo punto: vanno riprogrammati e potenziati i Punti di Primo Intervento a gestione 118, “postazioni fisse medicalizzate a gestione medico-Infermieristica, H24, in grado di gestire efficacemente le acuzie minori, riducendo così gli accessi impropri ai Pronto Soccorso”. Strutture, sottolinea Balzanelli, “ormai ai limiti della paralisi gestionale per colpa dei codici verdi. In questo contesto, i Punti di Primo Intervento del 118 potrebbero essere collocati nella Case della Salute”, suggerisce il presidente della Sis 118.

Infine l’ultimo punto, fondamentale per Balzanelli: “Va assolutamente previsto lo standard di una postazione avanzata del Sistema 118 ogni 60.000 abitanti, costituita sia dal medico sia dall’infermiere. Il 118 che verrà – evidenzia il presidente – non potrà fare a meno dell’integrazione delle competenze del medico e dell’infermiere“. Un disegno articolato ma anche indispensabile secondo Balzanelli per dare linfa – e futuro – a un servizio fondamentale, come hanno dimostrato Covid-19 e le tante emergenze degli ultimi mesi. “E’ tempo di mettere mano alla riforma. La sensibilità del ministro c’è, e io sono ottimista”, conclude.

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