Diritti umani e salute, i ‘magnifici 6’ di Medicina e Frontiere

Medicina e frontiere

La guerra in Europa, quella in Medio Oriente, i diritti dei bambini dimenticati, le tante emergenze che hanno portato a coniugare il termine permacrisi: la pandemia da Covid-19, la paura dei conflitti, l’inflazione, la carenza di materie prime. Ecco allora che oggi un evento di portata storica assume un nuovo significato: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata 75 anni fa a Parigi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rischia di diventare una vuota dichiarazione di intenti.

Non è per caso dunque che Medicina e Frontiere, l’associazione culturale fondata nel 2019 dal professor Michele Guarino dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme a un grupo di specialisti, giuristi, medici e ricercatori, abbia deciso di conferire quest’anno i suoi Speciali riconoscimenti a sei personalità del mondo cattolico, della cultura e del giornalismo che, nella quotidianità del loro vissuto, quei diritti si impegnano a difenderli e promuoverli.

Oggi nella Sala Isma del Senato, in un evento molto partecipato moderato dalla giornalista Rai Isabella Di Chio, Medicina e Frontiere ha premiato il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana; Maria Pia Garavaglia, già ministro della Sanità nonché responsabile del Coordinamento europeo delle diverse Società della Croce Rossa; il professor Pietro Ferrara, ordinario di Pediatria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma; la giudice Antonella Capri, presidente di Corte di Assise di Roma; il professore Gabriele Simongini, docente universitario, critico e storico dell’arte (assente in sala per motivi di salute) e Margherita Lopes, giornalista e caposervizio di Fortune Italia.

Da sinistra Margherita Lopes, Pietro Ferrara, Maria Pia Garavaglia, Antonella Capri, Isabella Di Chio e sul podio Michele Guarino

Pastore di Anime, ambasciatore di Pace nel Mondo, Matteo Maria Zuppi “nel suo intenso e complesso servizio sacerdotale, dapprima come parroco nelle periferie romane e successivamente come Arcivescovo di Bologna, si è sempre impegnato nella ricerca di soluzioni innovative capaci di stimolare ed alimentare un clima di coesione sociale capace di tradursi proprio nella difesa dei diritti umani. Obiettivo tenuto costantemente presente nelle numerose missioni internazionali di pace condotte in questi anni tragici per l’umanità, a nome e per conto di Papa Francesco, tra Kiev e Mosca; fra gli Stati Uniti e la Cina”, sottolineano da Medicina e Frontiere.

“Dobbiamo avere speranza anche quando le cose sono più difficili. E credo che chi continua ad avere tanta speranza sia Papa Francesco – ha detto Zuppi – Non è innocuo il tempo che passa: ogni giorno c’è tanta gente che muore”. Le guerre di quest’epoca sono strappi violenti, “ma dobbiamo sempre credere che il rammendo sia possibile”, ha aggiunto il presidente della Cei, sottolineando come nei conflitti che insanguinano il pianeta i bambini siano troppo spesso vittime dimenticate.

Al centro il Cardinal Zuppi riceve la targa da Paola Binetti
Al centro il Cardinal Zuppi riceve la targa da Paola Binetti, con Michele Guarino e Isabella Di Chio

Di Maria Pia Garavaglia Medicina e Frontiere “ha riconosciuto l’apporto dato negli anni al pianeta-sanità, con la voglia costante di migliorarlo grazie anche ad una sempre più ampia ed assidua presenza del volontariato, l’uno e l’altro uniti da un comune denominatore: l’essere sempre al servizio dell’altro ed in particolare dei più sofferenti e bisognosi”.

Quanto al professor Pietro Ferrara, responsabile dell’unità operativa di pediatria e del servizio di neuropsichiatria presso la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, non c’è soltanto “il brillante percorso professionale culminato con la nomina a professore ordinario di Pediatria presso il Campus Bio-Medico ma la grande attenzione e l’innata capacità di interpretare e difendere al meglio i diritti dei minori, diritti che come le dolorose cronache di questi ultimi mesi ci dicono, sono sempre più a rischio”.

Entrata giovanissima in Magistratura, Antonella Capri sin dal giorno in cui ha indossato la toga in un’aula di tribunale, “ha fatto della difesa del Diritto e della lotta alla criminalità ed alla corruzione, l’obiettivo costante e prioritario del suo mandato, riuscendo a coniugare l’impegno di magistrato con il ruolo di moglie e di madre” dicono da Medicina e Frontiere, riconoscendo alla presidente della Corte di Assise di Roma il merito di considerare “la tutela dei diritti umani elemento imprescindibile del suo lavoro che negli ultimi anni l’ha vista occuparsi dei ‘desaparecidos’ di origine italiana rapiti ed uccisi in Sudamerica durante la dittatura militare”.

Docente universitario, storico dell’arte, saggista e instancabile curatore di mostre, Gabriele Simongini “ha respirato arte sin dalla fanciullezza e ne ha fatto una costante della sua vita e del suo impegno professionale. Considerato trai maggiori esperti dell’astrattismo, ha svolto e svolge una intensa attività didattica presso l’Università degli Studi di Tor Vergata, l’Università Federico II di Napoli, l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ai tanti allievi che hanno la fortuna di seguire le sue lezioni, Gabriele Simongini spiega come l’arte non sia soltanto la massima espressione culturale del nostro sentire, ma un incredibile strumento di formazione ed aggregazione sociale, essenziale proprio per promuovere i diritti umani”.

A concludere l’elenco dei ‘Magnifici 6’ premiati da Medicina e Frontiere, la giornalista Margherita Lopes, caposervizio di Fortune Italia Health: in questo caso la targa è stata consegnata dall’epidemiologo Massimo Ciccozzi. “Considerata tra le voci più autorevoli e preparate della divulgazione scientifica, Margherita Lopes, forte di un’esperienza professionale iniziata giovanissima nelle redazioni di Roma e Milano dell’Adnkronos Salute, ha saputo affrontare problematiche complesse e scottanti armonizzando il rigore scientifico con un linguaggio chiaro e comprensibile al comune cittadino. Dal 2021 è a Fortune Italia. A lei il merito – ha sottolineato Michele Guarino di Medicina e Frontiere – di saper promuovere, nei suoi interventi, un confronto aperto e pacato tra le diverse posizioni professionali”. Perchè anche saper scegliere le parole giuste e le storie da raccontare può fare la differenza.

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